Lo scrissi nel luglio 2020: dopo Valdagno (VI), Arese, alle porte di Milano, è il comune non capoluogo più amato degli italiani. Uscivano allora i risultati delle scelte dei contribuenti sui redditi 2018 e la cittadina milanese ebbe un risultato grandioso se paragonato alla consuetudine:

a scegliere di destinare il proprio 5×1000 al comune di residenza sono stati 747 cittadini, portandolo al 22° posto su 8009 comuni di cui poco più di 7mila ricevono quota-parte dei contributi dell’esercizio.

Merito dei risultati, una campagna azzeccata (in fondo al post) e una Giunta (tutta, il che è tutt’altro che scontato) d’accordo sullo sperimentare nuove modalità di intercettare fondi, pur consapevoli del rischio di trovarsi ad affrontare critiche anche ingiuste. Leggi la storia qui.

L’anno successivo, probabilmente anche per via di queste critiche (ma questa è opinione mia), assistiamo a una coda fisiologica dei risultati sull’anno prima senza però vi sia stata una spinta di comunicazione che probabilmente avrebbe rafforzato i risultati precedentemente raggiunti.

Bene. Solo ieri, mercoledì 1° marzo 2023, su Prima Milano Ovest la notizia della prima corsa del pulmino elettrico frutto del lavoro fatto anni prima: uno Sprinter con potenza 590 Kwh con 32 posti a sedere per i ragazzi o 28 in caso di presenza di persona disabile in carrozzella (fonte). L’articolo è di rendiconto e dunque molto preciso sui dati:

Il costo totale dello scuolabus è stato di 170.470,60 euro, Iva compresa. Una parte della spesa è stata coperta con le donazioni del 5permille pari a 64.443,86 (anni di imposta 2018 – 2019), a cui si aggiungono altri 500 euro che sono stati donati da Uniter in memoria di un’iscritta che purtroppo è scomparsa. Oltre al costo del mezzo, il Comune ha sostenuto anche i costi della colonnina di ricarica (6.100 euro, Iva compresa), dell’aumento di potenza del contatore per la ricarica (2.118,99 euro, Iva compresa) e dell’alloggio del nuovo contatore (1.823,90 euro, Iva compresa).

Le parole del vicesindaco Luca Nuvoli:

Per la prima volta abbiamo sperimentato anche una grande campagna di fundraising, un processo di raccolta fondi che ha coinvolto tutta la cittadinanza attraverso la campagna del 5xmille al Comune, ottenendo fondi alternativi a quelli derivanti dal gettito fiscale, e che mostra il grande valore sociale aggiunto che anche la città ha mostrato di condividere.

Il messaggio finale è molto chiaro: il fundraising funziona anche per il Pubblico, occorre solo avere il coraggio di testarlo. Non tutta la comunità lo comprenderà ma poi sono i risultati a parlare.

Chi legge l’attività di fundraising per gli enti pubblici come atto di cannibalizzazione verso il privato (ovvero di distrazione delle risorse) sbaglia. Questo dubbio, che comprendo ma non sostengo, alberga spesso nella mente dell’amministratore. Va ricordato che alla base della scelta di destinazione di un atto di dono vi è la fiducia. Se io donatore (in questo caso, contribuente) non ho dubbi circa la bontà dell’ente a cui destino il mio dono, continuerò a sceglierlo perché soddisfatto di quanto ricevo in cambio. Diversamente, è facile che il mio dono possa subire distrazioni e veda altri beneficiari. Se ciò accade, significa che c’è stato un cortocircuito che meriterebbe di essere investigato.

Questa specifica campagna porta la mia firma: occuparmene, scrissi allora, è stato un grande privilegio. Ringrazio la comunità aresina, i suoi amministratori e il sindaco Michela Palestra per averci creduto.

Il fundraising nel Pubblico è una grande sfida per un fundraiser. L’esperienza di Arese, prima ancora di Parco Nord Milano e di Seregno, mi portano a dire che “si può fare” ma ci vuole coraggio e perseveranza, ancor più coraggio e perseveranza del solito. Saremo mai pronti a coglierla e ad attendere il tempo giusto perché si compia?

(La campagna  5×1000 del Comune di Arese, 2019. Agenzia: Elena Zanella SRL. La foto del bus in apertura è invece tratta da Milano Nord Ovest)

 

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