Se c’è una cosa che ho imparato in questi 20 anni di lavoro nella comunicazione è che un’idea è più efficace, in termini di risultati, se nasce dal processo dialettico tra due o più persone: la premessa ideale capace di mettere in moto il processo creativo alla base di una buona strategia di raccolta fondi.

Edward de Bono parla di “pensiero laterale” per indicare quei percorsi mentali che non tengono conto di un ragionamento lineare (del “pensiero verticale”, ndr) al quale siamo abituati e che presuppone l’abbandono di tutto ciò che sembra ovvio e scontato per lasciare libertà al pensiero al fine di trovare una soluzione brillante.

Questo approccio è alla base del brainstorming, tecnica comunemente usata in pubblicità ma che trova diverse applicazioni anche (e perché no?) nel nonprofit: ad esempio, per pensare a nuovi progetti, per organizzare al meglio l’attività del volontariato o per pensare a piani di spesa e/o di investimento.

Il risultato principale di questa tecnica è l’individuazione della soluzione del problema o di una serie di idee che si trasformeranno, in un secondo momento, nella stesura di un programma di lavoro. Al contempo, questi momenti si dimostrano davvero utili per comprendere i punti di forza di ciascun elemento del gruppo, per evidenziare abilità inespresse o capacità residue. In ultimo, dal punto di vista delle dinamiche di gruppo, il brainstorming favorisce la costruzione di sane relazioni tra colleghi.

Ecco come fare:

  • tira fuori un’idea, un obiettivo;
  • condividila/o con il tuo gruppo;
  • lascia fluire liberamente i pensieri;
  • prendi nota delle diverse riflessioni: anche le più strampalate possono essere promotrici d’innovazione;
  • analizza in un secondo tempo quanto emerso;
  • metti tutto in incubazione;
  • lascia che il pensiero creativo lietivi al caldo in un angolo della tua mente.

Chi ha lavorato con me sa bene che sono un libero pensatore. Abituata a confrontarmi con me stessa e spesso in contrasto con la comune visione. Ma questo aspetto del mio carattere paradossalmente mi fa apprezzare con maggiore intensità l’autenticità e la sostanza di punti di vista altri e la consapevolezza che “insieme è meglio” perché nessuno è infallibile. Un concetto di per sé banale ma a volte di difficile attuazione perché presuppone condivisione. Ma siamo davvero pronti a condividere le nostre idee con gli altri?

Un’idea buona diventa magnifica se perfezionata da un altro punto di vista. Provare per credere.

Condividi su:

Lascia un commento