Ovvero, testa, cuore, gambe.

Diversamente dal passato, quando si pensava che il volontariato fosse l’unica strada percorribile, è ora noto (o lo è di più) che c’è altro. Che il sociale è a tutti gli effetti un settore in cui è possibile lavorare e percepire una retribuzione. In sintesi: il nonprofit è anche produttore di reddito e non solo di servizi socialmente utili.

Da quando i miei blog sono cresciuti in popolarità, ricevo sollecitazioni sia da giovani fundraiser agli esordi della propria esperienza professionale e in cerca di qualche consiglio, sia da persone più mature che stanno valutando l’opportunità di cambiare lavoro e di mettere la propria esperienza al servizio di una buona causa.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Con questo post, desidero portare il mio contributo che nasce dall’esperienza pregressa. Qualche consiglio sull’approccio ideale credo sia opportuno nello scegliere il fundraising quale propria professione.[/vc_column_text][vc_text_separator title=”PER IL GIOVANE DI NUOVA ESPERIENZA” title_align=”separator_align_left” color=”black” border_width=”2″][vc_column_text]
  • Benvenuto! E’ un lavoro che ti appassionerà.
  • Guardati in giro. Non ci sono solo le grandi organizzazioni. Ci sono una miriade di piccole ONP virtuose alle quali prestare la tua voglia di farti strada. Trova la tua unicità e fatti esperienza!
  • Non stare solo: fare rete è importante. Se hai dubbi, perplessità, parlane con un collega fidato. Idem se hai qualche bella idea: le belle idee diventano magnifiche se condivise.
  • Non osare più del dovuto. Assumiti le responsabilità che sei in grado di affrontare e non chiederti troppo. Condividi sempre con il board la tua strategia. Pian piano, con l’esperienza, diventerai sempre più bravo.
  • Lo stipendio non è detto che sia il più soddisfacente ma una cosa pretendila: formazione. Continua. Su questo, non soprassedere e non accettare compromessi.
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  • Come prima cosa: hai analizzato bene i pro e i contro? La tua scelta è ponderata o dettata dall’impulso? Grazie a Linkedin, leggo della passione che muove alcune persone verso questa scelta. Nella maggior parte delle ONP manca l’approccio aziendale e, di conseguenza, mancano tutte quelle caratteristiche organizzative che determinano la riuscita dell’attività imprenditoriale. A lungo andare, questo potrebbe diventare causa di scoramento e frustrazione per il professionista abituato a rigore e organizzazione. Soprattutto se si arriva da una multinazionale o da una grande azienda.
  • Sei pronto a cambiare stile di vita? A un maggior tempo per se stessi (forse) si accompagnano, nella maggior parte dei casi, retribuzione e benefit ridimensionati. Come sopra, a lungo andare, questo incide sulle scelte di lungo periodo nel planning familiare.
  • Porta la tua expertise all’interno dell’ONP e adattala per far crescere l’organizzazione. Ben vengano le professionalità dal profit ma senza imposizione, consapevoli che gli obiettivi e i modus operandi sono diversi.
  • Fòrmati. Esistono scuole eccellenti in Italia. Per essere un fundraiser, bisogna studiare ed essere preparati in merito al Terzo Settore. Non è sufficiente riportare tout court l’esperienza acquisita nel profit.
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  • Avanti che c’è posto! La domanda di lavoro è più alta dell’offerta. Ovvero: il fundraising è una professione nuova che sta crescendo negli ultimi anni. Non si sono ancora raggiunti i livelli di congestione di altri settori. Il numero dei fundraiser professionisti sul mercato è ancora limitato in rapporto al numero di organizzazioni potenzialmente interessate e interessanti.
  • Come ho già avuto modo di dire in passato, fa fundraising chi E’ un fundraiser e non chi FA il fundraiser. Essere un fundraiser non è un lavoro come un altro. Non è un mestiere. E’ una professione ed è vocazione. E’ arte. La differenza è sostanza. Un approccio sbagliato e… oplà: delusione e nessun risultato raggiunto.
[/vc_column_text][vc_column_text]Questo, come ho scritto più sopra, è il mio punto di vista. Personale e aperto al confronto. Se lo vorrai, posso aiutarti a scegliere se può essere il percorso che più di un altro può fare al caso tuo. Questo grazie al bel progetto di mentoring pensato da Pier Luigi Rizzini e di cui ho parlato nel post scorso.

Io ci sono.

Se stai pensando alla tua formazione al fundraising, ti ricordo i miei corsi, base ed executive, che prenderanno il via da qui a breve:

  • con Antonio Bonetti, il primo appuntamento è previsto per il 25 e 26 febbraio a Roma. I temi trattati saranno finanziamenti europei e princìpi di fundraising. Info e iscrizioni qui.
  • Nelle giornate dal 2 al 4 marzo, ti aspetto a Rho (Milano) con un bellissimo master in princìpi e pratiche di fundraising, tra tradizione e innovazione, con il collega Mattia Dell’Era. Il corso è la seconda edizione di una formula che piace e funziona. Info e iscrizioni qui.
  • 12 invece le ore di un corso executive sulla progettazione efficace che terrò in aprile con Christian Elevati presso la bella location di Avanzi, a Milano. Un corso innovativo pensato e strutturato a 4 mani: per la prima volta, si parlerà di misurazione d’impatto nel fundraising. Info e iscrizioni qui.

Ci vediamo in aula. Non mancare.

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