In questi mesi di lockdown, coloro che lavorano nella raccolta fondi ha fatto le ore piccole travolto dagli eventi. I giorni sono passati veloci in smart working per stare al passo con il flusso inarrestabile delle donazioni in entrata o invece alla ricerca disperata dei donatori “scomparsi”, perché assorbiti dalla crisi economica e da altre cause improvvisamente più vicine e importanti.

Tutti, tranne il nutrito gruppo di Fundraiser Legacy che si è fermato e si è domandato: “E ora che si fa?”.

A questa domanda prova a rispondere Francesca Lucci in questo bel post. Francesca è responsabile dell’unità High Value Donors di Medici Senza Frontiere ed ora anche docente alla Fundraising Academy. Il suo webinar sui lasciti si terrà i prossimi 19 e 26 giugno, solo online. Info qui e… buona lettura.

Nessuno di noi che lavoriamo nella raccolta fondi Legacy ha ancora osato “rimettere fuori il naso sui media” ma in realtà , dopo lo stop del mese di marzo, stiamo assistendo ad un fenomeno interessante. Registriamo infatti numeri in rapida ascesa: le visite alle pagine dedicate sul web raddoppiate e sono decisamente aumentate anche le chiamate dei prospect per richiedere informazioni.

Quindi, cosa fare?

Ho letto diverse opinioni interessanti su questo argomento. Tutti sono concordi che non solo è possibile ma anzi è opportuno riavviare il nostro Piano Lasciti, sia in termini di coltivazione, che in termini di promozione e sensibilizzazione.

Chi ha già ricominciato a chiamare i propri bequestor per sapere come stanno – ma davvero “come stanno” – ha compreso che la chiamata non è  fraintesa da chi la riceve. Anzi, è una chiamata di vicinanza e supporto, sapendo che la maggior parte dei nostri donatori sarà probabilmente blindato in casa per i prossimi mesi.

Rispetto all’opportunità o meno di ritornare a comunicazione sui media online ed offline verso il target prospect, ho trovato interessante questo spunto di Russell N. James III, e Michael J. Rosen che condivido. I due studiosi, hanno scritto un articolo sull’argomento, dal titolo “Is The Best of Times or the Worst of Times?

La loro risposta è articolata ma un punto è chiaro:

For a charity, being “top of mind” at the moment in which people are actually planning is absolutely critical. More people are planning right now than in any normal time. Clearly, this is the ideal time for your charity to be communicating about gifts in Wills and even beneficiary designations. However, the language of how you communicate is most critical.

In sintesi, se abbiamo costruito il nostro Piano Lasciti su basi solide e una chiara Legacy Vision, mai come ora è assolutamente fondamentale mantenere viva la campagna di comunicazione per la nostra organizzazione. Tenendo sempre presente la regola aurea: mai chiedere di fare testamento ma invece spiegare che è possibile scegliere questo tipo di donazione, informando su quanto sia semplice farlo: raccontare l’impatto grazie alle voci dei beneficiari, presentando le storie di chi lo ha già fatto.

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