Dobbiamo pensare all’indice di Google come a degli schedari di una biblioteca sterminata e all’algoritmo che lo gestisce come al suo bibliotecario. La catalogazione delle nostre pagine web dev’essere molto accurata, in modo che i nostri utenti di riferimento possano trovarci in modo rapido, semplice ed efficace. Come fare?”. Qualche utile consiglio ce lo dà Carolina FagioliGoogle partner e docente alla Fundraising Academy che il prossimo ottobre sarà impegnata con il suo modulo digital all’interno di Startup Fundraising. Buona lettura.


Con il passare del tempo, il web e i suoi strumenti sono entrati in modo sempre maggiore nelle nostre vite, influenzando la nostra fruizione della realtà: l’esempio più evidente è senz’altro l’uso dei motori di ricerca, che offrono risposte rapide a (quasi) tutte le nostre domande.

Quando cerchiamo il ristorante più vicino o l’elenco dei film diretti da un regista che apprezziamo, utilizziamo gli archivi di informazioni: dalle mappe online, che arricchiscono la cartografia tradizionale con un archivio di attività locali, ai database dedicati al cinema.

Il motore di ricerca è lo strumento che ci permette di trovare il contenuto che ci interessa all’interno di un archivio.

Se spostiamo il punto di vista dall’utente, intento a effettuare una ricerca, all’attività che vuole essere trovata (o alla nostra onp), è evidente il nòcciolo del problema: dobbiamo essere presenti nell’archivio e dobbiamo essere raggiungibili in modo efficace dal nostro pubblico di riferimento.

Il punto di contatto più rilevante tra chi cerca e chi vuol essere trovato è dato, quindi, dai termini usati durante la ricerca: le parole chiave. E questo vale per tutte le presenze online: dal piccolo blog personale, alla grande azienda di commercio online, alla nostra onp.

La parola chiave non è quasi mai un singolo termine, ma l’insieme di quei pochissimi vocaboli sufficienti a individuare in modo preciso un intero concetto. 

Si tratta in realtà di una nozione semplice: sui testi scolastici tutti noi abbiamo – in modo più o meno consapevole – evidenziato parole o concetti chiave sottolineando i contenuti più rilevanti.

Negli archivi, la parola chiave è ciò che permette la catalogazione, dalla classificazione bibliografica usata nelle biblioteche all’indicizzazione delle pagine web in Google.

Dobbiamo quindi pensare all’indice di Google come a degli schedari, che ordinano quella biblioteca sterminata e in continua crescita che è il web, e all’algoritmo che lo gestisce come a un bibliotecario, che ha il compito di fornire i documenti più pertinenti a seconda delle necessità.

In quest’ottica, la catalogazione delle nostre pagine web dev’essere molto accurata, in modo che i nostri utenti di riferimento possano trovarci in modo rapido, semplice ed efficace.

Proviamo ad andare più nello specifico: l’utente effettua una “query” (inserisce cioè una serie di termini nel motore di ricerca), il motore di ricerca presenta una SERP (Search Engine Result Page), cioè una pagina web contenente un elenco dei link più utili, secondo l’algoritmo.

L’obiettivo è quindi che le nostre pagine web siano visibili nella SERP al momento giusto.

I fattori legati al posizionamento nella SERP sono moltissimi, e non tutti noti: dando per scontata l’ovvia importanza delle prestazioni del sito (velocità di caricamento , usabilità da dispositivo mobile, sicurezza, etc.), l’elemento più rilevante è comunque dato dalla correlazione tra il contenuto delle nostre pagine web e le query effettuate dall’utente.

Per essere “trovati dall’utente giusto al momento giusto” è quindi importante progettare i nostri contenuti in modo che l’algoritmo possa classificarli nel modo più utile, per noi e per il nostro pubblico di riferimento.

Ma come trovo le parole chiave più efficaci da inserire nei contenuti delle mie pagine?

Esistono molti tool efficaci (quali Seozoom, Semrush o Answer The Public) che permettono di individuare le parole chiave più adatte al proprio sito web, ma prima di addentrarci in una estenuante keyword research, con il rischio di perderci nella creazione di colossali file excel tappezzati di termini “statisticamente significativi”, ripensiamo alla nostra onp e alla sua essenza: molto prima degli aspetti tecnici da “SEO Specialist” ci sono le persone.

La scelta delle parole non deve avere come scopo primario l’essere trovati, ma l’essere utili: se mostriamo la nostra competenza e acquisiamo autorevolezza, il resto verrà da sé.

In quest’ottica, le nostre parole chiave saranno senz’altro legate alla nostra vision e alla nostra mission, ma soprattutto ai servizi che siamo in grado di offrire, ai consigli o alle informazioni con cui possiamo aiutare chi ha bisogno di noi: dobbiamo costruire i nostri contenuti in modo che questi concetti siano facilmente raggiungibili dai nostri utenti, ponendoci qualche domanda di buon senso:

  • Perché sto progettando il contenuto? Qual è lo scopo della pagina e quale beneficio potrà avere l’utente consultandola?
  • Per chi sto progettando il contenuto? Ho tenuto in considerazione le difficoltà e le intenzioni dell’utente? Conosco il suo modo di esprimersi?
  • La parola chiave di riferimento è contenuta nel titolo e nell’URL della pagina?
  • Ho formattato correttamente il testo facilitando la lettura e la comprensione?
  • Ho indicato link di approfondimento interni ed esterni al mio sito?
  • Ho citato le fonti quando necessario?
  • I contenuti visivi sono coerenti con le parole chiave?
  • Gli attributi degli elementi immagine (ad esempio title o alt) sono stati specificati?
  • Ho considerato tutti i tipi di contenuto (quali audio, video, documenti scaricabili, etc.) utili?

Se lo scopo del motore di ricerca è fornire la migliore risposta alla domanda fatta dall’utente, per avere un buon posizionamento dobbiamo cercare di essere i migliori nel nostro settore: manipolare i contenuti, in modo da apparire come tali senza averne le qualità, rischia di essere solo una perdita di tempo, poiché gli aggiornamenti dell’algoritmo del motore di ricerca tendono a correggere questo tipo di forzature.

Diamo ai nostri utenti un buon motivo per essere soddisfatti di averci trovato.

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