Arriva settembre ed è bene partire con il piede giusto per provare a non commettere gli stessi errori del passato e trovarsi punto a capo. In tempi complessi e incerti come quelli attuali, ciò è ancora più importante. Uno dei temi particolarmente urgente è la gestione dello stress di volontari e dipendenti. Alcune soluzioni per scongiurarlo ci sono.

A parlarne, Raffaele Picilli, responsabile del modulo di peopleraising in Startup Fundraising 2022 al via a fine settembre. Iscrizioni aperte.

Buona lettura


Secondo Wikipedia

la sindrome da esaurimento professionale, nota anche con l’anglicismo sindrome da burnout, è l’esito patologico di un processo stressogeno che interessa, in varia misura, diversi operatori e professionisti che sono impegnati quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano relazioni interpersonali. Questo comporta il deterioramento dell’impegno nei confronti del lavoro, il deterioramento delle emozioni originariamente associate al lavoro, un problema di adattamento tra la persona ed il lavoro, a causa delle eccessive richieste di quest’ultimo.

In tal senso il burnout diventa una sindrome da stress non più esclusiva delle professioni d’aiuto, ma probabile in qualsiasi organizzazione di lavoro.

Questa sindrome può toccare anche il mondo del non profit? La risposta non può essere che affermativa.

Quali sono le cause del burnout nelle organizzazioni non profit? Le organizzazioni non profit devono, spesso, confrontarsi con aspettative elevate e pressioni significative, specialmente nei casi di emergenza e ancora di più quando le emergenze non terminano velocemente, come nel caso del Covid-19.

Pertanto, per proteggere la qualità o la portata dei servizi, la disponibilità di cassa e il numero dei volontari o dei dipendenti, le organizzazioni non profit a volte cercano di trovare soluzioni. In primis, si tende a tagliare i servizi o il personale. Questo è assolutamente controproducente e ha un prezzo altissimo.

Tagliare il personale e non diminuire i servizi oppure, aumentare i servizi e non incrementare il numero dei volontari o dipendenti, porterà all’innalzamento dei livelli di stress per tutti.

Se l’organizzazione funziona male, la ricaduta si avrà anche sul fundraising e sulla reputazione.

Il burnout può causare reali problemi fisici, psicologici ed emotivi. Quando la situazione peggiora, il burnout può causare ansia e depressione e altri gravi problemi di salute legati allo stress. Inoltre, il burnout è un importante fattore che contribuisce al problema del turnover dei dipendenti e dei volontari del settore non profit. Cosa accade? Che il volontario o il dipendente sotto continuo stress, rallentano il lavoro, lo fanno senza motivazione, senza convinzione e spesso abbandonano l’organizzazione.

Come limitare i danni per volontari e dipendenti?

  • Programmare con attenzione il lavoro.
  • Fare delle pause dal lavoro.
  • Utilizzare il tempo libero per socializzare, fare vacanze, non pensare ai problemi dell’organizzazione.
  • Stabilire i confini tra organizzazione e vita privata.
  • Imparare a delegare.
  • Esternalizzare i servizi.
  • Dare priorità alla propria salute.
  • Comunicare con l’organizzazione.

STARTUP FUNDRAISING TORNA IL 30 SETTEMBRE, IN AULA O DA REMOTO.
CHIUSURA ISCRIZIONI: 16/09/2022

Condividi su: