La responsabilità sociale d’impresa (CSR) ha attraversato un’evoluzione significativa negli ultimi anni, trasformandosi da semplice atto di beneficenza a un concetto più strategico e integrato. In passato, la CSR era vista come un’iniziativa filantropica isolata, ma oggi è parte integrante delle strategie aziendali, contribuendo a creare valore non solo per le comunità e l’ambiente, ma anche per le stesse imprese. Questa transizione riflette un cambiamento di prospettiva:
non si tratta più solo di “fare del bene”, ma di costruire collaborazioni durature tra imprese e attori sociali, che portino benefici reciproci e sostenibili.
Proprio questo è l’argomento del tavolo che ho avuto il piacere di moderare lo scorso 10 ottobre al Salone della CSR e dell’Innovazione sociale giunto, quest’anno, alla sua dodicesima edizione. Un panel ricco di ospiti di spicco, quello di Profit e non profit: quando la collaborazione è win-win, che mi hanno arricchita a mia volta e da cui esco, anno dopo anno, con l’assoluta consapevolezza che le cose stanno veramente virando al meglio (in calce a questo articolo, trovi il video, assolutamente da non perdere. Inizio effettivo al minuto 4:33).
Tornando al tema, uno degli aspetti centrali di questa trasformazione è il passaggio da una filantropia tradizionale a quella che oggi definiamo “filantropia strategica”. In questo nuovo approccio, le aziende non si limitano a destinare risorse economiche a progetti sociali, ma partecipano attivamente alla progettazione di iniziative che rispecchiano i loro valori e obiettivi di business. Questo cambiamento ha portato alla nascita di modelli di co-progettazione, in cui il profit e il non profit lavorano insieme per sviluppare soluzioni che abbiano un impatto reale e duraturo.
Parallelamente, il dibattito sulla CSR si è ampliato fino a includere i criteri ESG (Environmental, Social, Governance), che oggi rappresentano un metro di valutazione fondamentale per le aziende. Questi criteri offrono una visione più ampia della sostenibilità, comprendendo non solo l’aspetto ambientale, ma anche quello sociale e di governance. L’integrazione dei fattori ESG nelle strategie aziendali rappresenta un segnale di maturità crescente sia per il mondo del profit che per quello del non profit. Le organizzazioni devono affrontare nuove sfide, ma anche nuove opportunità, nell’allineare i propri obiettivi a questi criteri, che sono ormai riconosciuti come essenziali per la creazione di valore a lungo termine.
Nonostante i progressi, però, il percorso è, a mio modo di vedere, ancora all’inizio.
Le pratiche di responsabilità sociale stanno evolvendo, ma esistono contraddizioni e complessità che devono essere affrontate. Un esempio è il cosiddetto “greenwashing”, ovvero l’uso improprio del marketing per presentare pratiche aziendali come sostenibili quando in realtà non lo sono. A questo si aggiunge il fenomeno del “greenhushing”, cioè il contrario: le aziende che, per paura di critiche o di non essere abbastanza “verdi”, evitano di comunicare le loro iniziative sostenibili. Trovare un equilibrio tra trasparenza e sostanza è fondamentale per costruire una fiducia duratura tra le aziende e i loro stakeholder (ne ho parlato diffusamente in questo post).
Un altro elemento cruciale è l’importanza della circolarità nelle relazioni tra imprese e comunità. Si parla sempre più di “sussidiarietà orizzontale” e “sussidiarietà circolare”, termini che indicano un approccio collaborativo tra pubblico, privato e terzo settore, basato su una logica di interdipendenza e co-responsabilità. Io ho spesso utilizzato il termine tutto personale di “circolarità solidale”, ma la sostanza resta la stessa. Questo modello è in rapida diffusione, grazie alla crescente consapevolezza che la sostenibilità non può essere realizzata da un singolo attore, ma richiede la collaborazione di tutti.
Infine, va sottolineato che per abbracciare pienamente questa evoluzione, è necessario un cambiamento di mentalità. Le aziende (da una parte e dall’altra) devono avere il coraggio di investire non solo risorse economiche, ma anche umane.
L’innovazione sociale e la sostenibilità richiedono visione e azione, e solo chi è disposto ad affrontare queste sfide sarà in grado di contribuire davvero al cambiamento.
La CSR e i criteri ESG rappresentano un percorso in continua evoluzione, che richiede non solo un impegno concreto, ma anche la capacità di adattarsi alle nuove sfide globali. Il futuro della responsabilità sociale è già qui, e le aziende che sapranno integrarlo nella loro strategia saranno protagoniste del cambiamento.
Concludo con un GRAZIE cubitale ai miei ospiti, presenti intorno a quel tavolo virtuale, agli organizzatori per la magistrale regia e a tutte le persone (tante, tantissime) che hanno partecipato al nostro incontro.