Decisamente interessante il convegno organizzato da Shinynote su Welfare e Solidarietà di questa mattina a Palazzo Marino a Milano. Grandi nomi del Terzo Settore e del Pubblico (leggi qui l’elenco degli intervenuti), Sala Alessi gremita e vivacissima attività in rete che ha visto protagonista l’integrazione tra streaming e Twitter. Ed io ho usato quest’ultimo per appuntarmi tutti i concetti che, tra gli altri, ho reputato i più interessanti.

Ve li riporto e vi chiedo – se lo vorrete –  quali sposano la vostra attuale visione e quali sono i vostri pensieri al riguardo.

Valerio Melandri (Università di Bologna):

  • Per il nonprofit è vietato rischiare perché è vietato sbagliare. Ma sbagliare è lecito.
  • Qual è la % che va al progetto VS La mia donazione che risultati produrrà: dobbiamo smettere di chiederci quale percentuale della donazione va alla causa e quanto alle spese generali. La cosa importante è che il progetto funzioni.
  • In questo Paese sono liberi tutti (ndr di sperimentare), tranne il nonprofit.
Luciano Balbo (Presidente Oltre Venture):
  • Dobbiamo rompere la dicotomia profit/nonprofit.
  • Oggi dobbiamo lavorare sul COME viene gestita la spesa pubblica; dobbiamo usare meglio le risorse: di risorse in Italia ce ne sono tante ma se andiamo avanti così, non andiamo nessuna parte.
  • Le risorse dei privati devono essere usate per sperimentare nuovi modelli, non per sostituire il pubblico.
Riccardo Bonacina (Presidente e Direttore editoriale di Vita):
  • Il Terzo Settore è creditore rispetto agli enti pubblici per 24 milardi di euro.
  • Un euro speso in volontariato rende 12 volte tanto. E’ necessario rivedere quindi gli investimenti pubblici.
Giuseppe Guzzetti (Presidente Fondazione Cariplo):
  • Il primo welfare non può più tornare: o manifestiamo o ci proponiamo in modo diverso.  Lo stato sociale di secondo livello non può prescindere dalle risorse economiche.
  • Le Fob devono sperimentare nel sociale: ciò significa dare servizi e risparmiare, al contempo, soldi.
  • In un momento di emergenza, “tutti i pochi fanno i tanti”.

E con questa citazione, chiudo questo post.

Per quello che mi riguarda, questi pensieri li tengo in incubazione. Lì pronti per essere utilizzati per riflessioni future.

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