[vc_row][vc_column][vc_column_text]Si è chiusa nei giorni scorsi la quarta edizione del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale in Università Bocconi a Milano, l’evento organizzato da Koinetica che quest’anno ha raccolto oltre 60 eventi e 250 relatori. Molte le persone transitate in questa ricca due giorni e un programma fitto di interventi che ha dimostrato l’attenzione crescente al tema.

Ma se la responsabilità sociale dimostra di essere sempre più un asset strategico per le aziende, la relazione con il fundraising sembra ancora lontana dal realizzarsi pienamente. Questo almeno è quanto emerge dal confronto con i protagonisti di #FundraisingCSR “Fundraising e CSR: opportunità e criticità”, il primo evento pubblico firmato dal network Fundraising Virtual Hub presente al Salone nel pomeriggio del 5 ottobre.

A parlarne, Tomaso Colombo di Parco Nord Milano, Federico Mento di Human Foundation, Luca Pereno di Leroy Merlin, Luca Guzzabocca di Right Hub, Stefano Cerrato di Banco Popolare e Nino Santomartino di AOI e Idea Comunicazione: sei personalità diverse provenienti dal mondo aziendale, dal pubblico e dal Terzo settore che, insieme alla sottoscritta, sono stati sollecitati e moderati da Christian Elevati, professionista nella valutazione dell’impatto e mio partner nel #FVH. Un centinaio le persone presenti al dibattito durato oltre un’ora e mezza, provenienti dal mondo aziendale e da posizioni di governo all’interno delle onp. Segno, come ho potuto constatare, che il rapporto tra profit e nonprofit stia diventando materia d’agenda per entrambi gli attori.

Giusto un paio di settimane fa proprio su queste pagine in un post dedicato

raccontavo quanto, a mio modo di vedere, la relazione tra profit e nonprofit stia evolvendo piano, nonostante la responsabilità sociale sia pratica sempre più comune nelle moderne aziende.

Gli ospiti, ciascuno nella propria area di competenza, hanno confermato le mie impressioni.

Se da una parte cresce l’attenzione allo stakeholder interno e l’impegno diretto alla comunità nella quale l’impresa si inserisce, è ancora esordiente la relazione con l’impresa di Terzo settore per la costruzione di un impegno comune.

Ciononostante, gli ingredienti perché queste collaborazioni possano realizzarsi fattivamente con pacifica soddisfazione da entrambe le parti ci sono tutti. Se da parte delle imprese c’è maggiore consapevolezza sui temi sociali e del fatto che in qualche modo sia necessario restitituire quota parte del profitto tratto tramite interventi diretti o indiretti, dall’altra le competenze delle organizzazioni nonprofit si sono accresciute, merito di una maggiore cultura e della necessità di raccogliere fondi in modo più strutturato.

Cosa servirebbe, a questo punto, per mettere in moto la crescita della collaborazione tra profit e nonprofit?

Occorrerebbe maggiore apertura al dialogo e la voglia di provarci lasciando che ognuno faccia la sua parte e faccia ciò che sa fare, rispettando il proprio perimetro di intervento e senza inventarsi in un ruolo che non l’appartiene.

Come scrive Rossella Sobrero in “Comunicazione e sostenibilità. 20 tesi per il futuro” (di cui una mia) edito da Egea e presentato al Salone (pag. 46):

Oggi il rapporto tra imprese e organizzazioni nonprofit (dovrebbe) andare ben oltre il CRM, la sponsorizzazione o la donazione. Si afferma sempre più la coprogettazione, quindi la definizione congiunta di iniziative ed azioni. (…) La convergenza tra gli interessi dell’impresa e quelli della nonprofit richiede la definizione di accordi di lungo periodo che comprendono un range di iniziative comuni e interazioni tra i due partner, un impegno congiunto e la creazione di uno stile di comunicazione che evidenzi l’obiettivo comune tra i due soggetti.

In tutto questo, un fundraiser sa bene quanta difficoltà ci sia nell’iniziare sempre qualcosa di nuovo e, diversamente, quanto sia importante instaurare rapporti che durino nel tempo e possano assicurare sostenibilità. A questo punto, la domanda da cui partire per avviare una sana collaborazione tra profit e nonprofit in un’ottica di sostenibilità è presto detta:

In che modo posso essere utile allo sviluppo della tua attività nello svolgere un impegno comune?

Qui di seguito, alcuni scatti al Salone. Il fundraising tra passione e professione. Le foto sono di Sumo Project.[/vc_column_text][vc_row_inner][vc_column_inner][vc_media_grid style=”load-more” items_per_page=”9″ grid_id=”vc_gid:1480951367082-8680f229-8e44-9″ include=”24883,24882,24881,24880,24879,24878,24877,24876,24875,24874,24873,24872,24871,24870,24869,24868,24867,24866,24865,24864,24863″ btn_add_icon=”true”][/vc_column_inner][/vc_row_inner][/vc_column][/vc_row]

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