35344899_sIn poche ore ho ottenuto un grande consenso intorno all’uscita del mio libro sulla professione del fundraiser. Sono onorata di tutta l’attenzione dedicata e onorata di tutti i messaggi di interesse che ho ricevuti in bacheca. Mi auguro che questo lavoro risponda alle aspettative. Io ci spero. Ci ho messo il cuore. Due messaggi mi hanno fatto riflettere in modo particolare. Li porto alla tua attenzione:

In cosa si differenzia Professione fundraiser dagli altri libri?

coperta libro elena zanellaNel pensare a Professione fundraiser ho pensato a un progetto che parlasse della professione e al professionista fosse rivolto, in particolare nel contesto Italia. Parto dall’esperienza e dal contraddittorio negli anni coi colleghi. Sul cammino percorso e dall’esperienza fatta, quella buona e quella meno buona. Un progetto utile al fundraiser che non si vuole sovrapporre, lo vedrai e ne avrai conferma leggendolo, ai manuali eccellenti di altrettanto eccellentissimi nomi e a cui rimando per esaustività e dettaglio, Massimo Coen Cagli e Valerio Melandri in testa.

E’ un progetto nuovo di una fundraiser “di strada” che ha avuto la fortuna di occuparsi da sempre di startup con budget piccoli e a volte nulli ma con progetti di missione concreti e spendibili. E con un’altra fortuna: l’irruenza che mi ha permesso di raggiungere, dati i budget più sopra, obiettivi, anche personali, tutto sommato non trascurabili. Professione fundraiser è un libro diverso che si propone di rispondere alle domande che spesso, tra addetti e meno addetti, ci si pone, con qualche strumento di lavoro ready to use. Un paio di post fa, scrissi a tal proposito:

Nel mio lavoro quotidiano, cerco di trovare soluzioni nuove a cose che non sempre lo sono. Cerco una chiave di lettura che mi rappresenti e che meglio rappresenti le organizzazioni che si affidano alle mie cure.

Questa chiave di lettura si è fatta metodo e il metodo lo descrivo in queste pagine. Da qui, il secondo messaggio di un amico quasi fraterno sul perché condividere un metodo.

Ecco cosa rispondo.

Nessun timore a condividere perché ognuno è fundraiser a modo suo. Io non sono migliore di altri, ho caratteristiche mie proprie che valorizzo e che mi distinguono da chiunque altro. Ma questo vale per chiunque, appunto. Quindi, sono ben lieta che qualcuno prenda spunto dai miei consigli per fare meglio e svolgere al meglio la propria quotidianità purché sappia che, se ha bisogno, io ci sono. Se poi un po’ della sua abilità sarà anche un pochino merito mio, be’… non potrò che gioirne.

E proprio in questi giorni, lancio su Facebook la tab di Surf. Ti invito, se lo vorrai, a prenderne visione a questo link ed eventualmente a sottoscrivere il blog per saperne di più.

A presto!

——————

Articoli correlati:

Condividi su:

Lascia un commento