E nulla, siamo tutti affascinati dalla trasposizione della vita reale in quella virtuale, qualsiasi sia la nostra età. A parlarcene e a capire come usare al meglio questi canali per un fine sociale, Eleonora Terrile e Rosy Battaglia, docenti in Startup Fundraising con il modulo Comunicare e scrivere per raccogliere fondi. Il corso partirà il prossimo 30 settembre. Chiusura iscrizioni: venerdì 16 settembre.
Buona lettura.
Alzi la mano chi non si è lasciato tentare dal guardare un “reel” su Instagram realizzato da sconosciuti, un video con balletto, un sottofondo musicale ammiccante, una lezione di cucina “facile facile”.
Secondo i dati di Digital Report di We Are Social, gli oltre 43 milioni di italiani che sono presenti sulle piattaforme dei Social Network, sono affamati di “storie”.
Si cercano video, informazioni, meteo. Il 97,3% dei nostri connazionali possiede uno smartphone e “scrolla” contenuti ormai onnipresenti su tutte le piattaforme, mixati ad articoli e post di qualità, come ad esempio i corsi in pillole delle varie lingue straniere, da Youtube a TikTok. Nel post-pandemia sembra sia attiva una grande “sbornia” collettiva che alterna momenti ludici al dramma della guerra, che i nostri figli hanno cominciato a vedere su TikTok, insieme alla campagna elettorale.
Ma oggi come ieri, anche in questo enorme girone dantesco digitale, non è cambiato il senso di cosa vuol dire comunicare, specie se rapportato a una comunità, ad un gruppo di interesse, ad un progetto sociale. È, bisogna dirlo, solo più difficile e chiunque si appresti ad un progetto di comunicazione, per promuovere una campagna, un’iniziativa, una raccolta fondi, non può improvvisare.
Anche perché è più difficile “bucare” nell’universo mediatico. Troppe informazioni non significano migliore qualità dell’informazione e gli algoritmi, sempre più spesso, favoriscono la diffusione di contenuti di intrattenimento ben congegnati a quelli di “spessore”. L’effetto è quasi straniante, certo, era questo l’uso del World Wide Web pensato dal padre di internet, Tim Berners Lee?
Probabilmente no, anzi nell’epoca degli influencer, della velocità determinata dallo “scroll” del nostro smartphone e dai contenuti sponsorizzati, il percorso per chi crede e lavora per comunicare in modo efficace e chiaro è sempre più irto di difficoltà, ma non impossibile.
Il web buono non è (ancora) morto. Nell’anno che ci ha rivisto finalmente ritrovarci “dal vivo”, bisogna affinare sempre più le nostre competenze di scrittura ed editoriali per essere meglio trovati. Ma anche non dimenticare, ad esempio, vecchi strumenti come la newsletter, mai morta, anzi pure risorta, come strumento privo di ogni potenziale distrazione per informare in modo puntuale i nostri “follower”.
Individuare con certezza ciò che vogliamo comunicare, quali canali e strumenti sono indispensabili in questo tempo di crisi e cambiamento collettivo si può. Parlare a persone, non solo a “target” e rispondere a un preciso bisogno fa la differenza e dovrà essere sempre più la nostra priorità.
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STARTUP FUNDRAISING TORNA A SETTEMBRE, IN AULA O DA REMOTO.
CHIUSURA ISCRIZIONI: 16 SETTEMBRE