Con oggi inizia una rubrica settimanale pensata per accompagnare i piccoli e medi enti nonprofit verso il Natale.

Non per parlare di grandi strategie o teorie astratte, ma per condividere strumenti pratici, spunti semplici, esperienze che possano servire a chi, spesso con pochissime risorse, tiene viva la relazione con la propria comunità.

Il Natale è da sempre un momento importante per la raccolta fondi, ma può diventare anche un’occasione per imparare a pianificare, a pensare in prospettiva, a costruire con metodo. Un piccolo allenamento collettivo per fare del fundraising un percorso più consapevole e continuativo, non solo stagionale.

75 giorni: pochi? No, se usati bene

Settantacinque giorni possono sembrare pochi. Ma se li usiamo bene, sono più che sufficienti per mettere ordine, fissare obiettivi e preparare una campagna coerente e sentita.

Non servono grandi budget, strumenti complessi o un team dedicato. Serve una direzione chiara e la volontà di partire.

Molti enti arrivano a dicembre con l’ansia del “fare qualcosa in fretta”. Eppure, anche una campagna semplice può funzionare se costruita con un minimo di pianificazione. Non si tratta di fare di più, ma di fare meglio.

Da dove iniziare: ottobre è il mese delle decisioni

Questo è il mese giusto per decidere. Per scegliere la causa o il progetto da sostenere a Natale, per fissare obiettivi realistici e per capire come comunicare.

Tre domande per orientarsi:

  • Quale progetto voglio valorizzare? Meglio uno solo, chiaro, specifico. Evita di disperdere energie in troppe direzioni.

  • Quanto voglio raccogliere e con quali strumenti? Imposta un obiettivo raggiungibile (anche 3.000 o 5.000 euro) e definisci come: raccolta online, lettera ai donatori, evento locale.

  • Chi può darmi una mano, dentro e fuori l’organizzazione? Coinvolgi chi c’è già: volontari, consiglieri, amici dell’ente. Un piccolo gruppo motivato può fare molto più di un grande piano sulla carta.

Una volta chiariti questi punti, costruisci la base della campagna:

  • una scheda sintetica del progetto, con titolo, obiettivo e perché del dono;

  • due o tre immagini autentiche che raccontino la realtà, non la perfezione;

  • un testo breve e caldo, che spieghi il valore del contributo in modo comprensibile a chi non conosce l’ente.

È il momento di preparare, non ancora di chiedere. E di mettere in fila le azioni che scandiranno le prossime settimane.

Pianificare concretamente: un piccolo schema

Ecco una mini roadmap di ottobre, pensata per chi parte da zero:

  1. Settimana 1 (parti oggi, senza rimandare a domani) – Decidi e definisci: scegli il progetto e raccogli materiali (foto, dati, storie).

  2. Settimana 2 – Scrivi e imposta: prepara testi brevi per newsletter, social, sito, in modo coerente.

  3. Settimana 3 – Allinea il team: chi fa cosa? Assegna ruoli, anche piccoli, a chi collabora.

  4. Settimana 4 – Prepara il terreno: inizia a parlare della campagna in modo soft, condividendo anticipazioni e dietro le quinte.

Questo approccio graduale consente di arrivare a novembre pronti a raccontare, con materiali pronti e tempi gestibili.

Se il budget è minimo

Per chi lavora con poco — o con niente — le parole chiave restano sempre le stesse: chiarezza, semplicità, costanza.

  • Racconta con semplicità cosa vuoi realizzare e perché, evitando tecnicismi o retorica.

  • Usa i canali che già hai: newsletter, social, passaparola, incontri diretti, magari un evento semplice di presentazione.

  • Cura la continuità: una comunicazione breve ogni settimana vale più di una sola mail a dicembre.

  • Se puoi, prepara un piccolo calendario editoriale: 4 post, 2 newsletter, 1 evento. Pochi ma buoni.

Non serve un piano perfetto, serve una storia vera e la capacità di condividerla con chi può crederci insieme a te.

Il Natale come palestra

Il Natale può essere una palestra per imparare a pianificare davvero. A pensare per obiettivi, per tappe, per messaggi. E può diventare l’occasione per sperimentare un modo di comunicare meno improvvisato, più relazionale.

Chi inizia oggi, anche con risorse limitate, può arrivare a dicembre con un piano, una storia pronta e una comunità più coinvolta. E questo, di per sé, è già un ottimo risultato.

La prossima settimana parleremo di storie. Di come scegliere quella giusta, di come raccontarla con il tono giusto — emotivo, sincero, mai forzato. Perché il racconto, nel fundraising, è il ponte che collega le persone alle cause. E saperlo costruire bene è la prima vera forma di cura.

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