Quanto è importante che il Terzo settore gestisca bene la privacy? Quali sono gli errori più comuni nei quali ci si imbatte nel trattamento dei dati? A parlarcene, Francesco Paolo Visaggi, avvocato civilista specializzato in privacy. Suo il corso online GDPR. LA GESTIONE DELLA PRIVACY NEGLI ENTI NON PROFIT del prossimo 1 dicembre alla Fundraising Academy.

Buona lettura.

***

Nell’era digitale in cui viviamo, la privacy è diventata un bene prezioso e la sua tutela è fondamentale per garantire la fiducia del pubblico.

Le società e gli enti del Terzo settore, spesso gestori di informazioni sensibili, devono affrontare sfide uniche nel preservare la privacy dei loro utenti. Tuttavia, talvolta, si possono commettere errori che mettono a rischio questa integrità. Vediamo insieme i tre errori più comuni da evitare assolutamente.

  1. Trascurare l’Aggiornamento delle Politiche sulla Privacy

Uno degli errori più gravi che le organizzazioni del terzo settore possono commettere è trascurare l’aggiornamento delle proprie politiche sulla privacy. Le leggi e le normative cambiano nel tempo, e ignorare tali cambiamenti può portare a violazioni della privacy e conseguenti sanzioni legali. È essenziale che le organizzazioni mantengano le proprie politiche al passo con l’evolversi delle leggi e dei regolamenti in materia di privacy. Questo include non solo la revisione delle politiche interne, ma anche l’informazione tempestiva degli utenti riguardo a eventuali modifiche.

  1. Conservare Dati Non Necessari o Obsoleti

Un altro errore comune riguarda la conservazione di dati non necessari o obsoleti. Spesso, le organizzazioni raccolgono una vasta quantità di informazioni senza una chiara finalità o senza pianificare adeguatamente la loro successiva gestione. Mantenere dati che non servono più è non solo un rischio per la sicurezza, ma può anche violare i principi di minimizzazione dei dati sanciti dalle leggi sulla privacy. Le organizzazioni devono implementare politiche rigorose sulla conservazione dei dati, assicurandosi di eliminare regolarmente informazioni obsolete e non più necessarie.

  1. Mancanza di Formazione Adeguata del Personale

Un altro errore cruciale è la mancanza di formazione adeguata del personale. Spesso, le violazioni della privacy derivano da azioni inconsapevoli o errori umani. La formazione del personale è essenziale per garantire che tutti i membri dell’organizzazione comprendano appieno l’importanza della privacy e conoscano le procedure corrette per la gestione dei dati sensibili. Ignorare questa componente può lasciare l’organizzazione vulnerabile a potenziali errori che potrebbero compromettere la privacy degli utenti.

Questi errori spesso si declinano in: a) invio di mail a molteplici indirizzi, spesso rendendo visibili in “cc” una pluralità di soggetti; b) pubblicazione di foto che ritraggono minori o soggetti dei quali non deteniamo la dovuta autorizzazione consenso; 3) altre volte nella pubblicazione di dati in bacheche accessibili a tutti e nella raccolta di una quantità incredibile di fogli da conservare in luoghi non sicuri.

In conclusione, la protezione della privacy nel terzo settore è una responsabilità cruciale che richiede attenzione costante. Evitare i tre errori sopra menzionati può aiutare le organizzazioni a mantenere la fiducia del pubblico, rispettare le leggi vigenti e assicurare un ambiente sicuro per la gestione dei dati sensibili. La consapevolezza, l’aggiornamento costante e la formazione del personale sono chiavi per il successo in questo importante ambito.

***

GDPR. LA GESTIONE DELLA PRIVACY NEGLI ENTI NON PROFIT, con Avv. Francesco Paolo Visaggi.

3 ore, corso online. Iscrizioni aperte fino al 28 novembre.

Condividi su:

Lascia un commento