Sono passati molti anni da quando mi sono laureata in Scienze della Comunicazione all’Università IULM. Da allora, ho visto il ruolo della comunicazione crescere in modo esponenziale in molti ambiti della società, ma c’è un settore in cui questa crescita sembra essere stata meno percepita e valorizzata: il Terzo settore. Non generalizzo, ovviamente, perché gli enti più esposti comprendono perfettamente l’importanza del saper comunicare, e si vede!, ma qui la comunicazione assume spesso un ruolo marginale, quando non del tutto trascurato. I motivi sono essenzialmente due:

  1. La mancanza di risorse allocate: queste ultime, sempre scarse, vengono destinate alla sola attuazione dei progetti, spesso non comprendendo che non comunicare rischia, a lungo andare, di sterilizzare anche quelli.
  2. L’idea errata che chiunque lo possa fare, e che ci vorrà mai a mettere un post su Facebook!

Questa mancanza di consapevolezza è preoccupante, poiché senza una comunicazione efficace, la raccolta fondi diventa un’impresa estremamente difficile. Basterebbe solo questo, ma andiamo avanti.

L’efficacia della comunicazione: adattare stile e tono di voce all’interlocutore

Per costruire un messaggio incisivo, è fondamentale comprendere a fondo il proprio pubblico e adattare di conseguenza stile e tono di voce. Questo principio non riguarda solo la trasmissione delle informazioni, ma anche, e soprattutto, la loro comprensione da parte del destinatario. Le teorie della comunicazione, come quelle di Shannon e Weaver e Roman Jakobson, ad esempio, ci insegnano che il messaggio che intendiamo trasmettere è solo una parte di ciò che effettivamente comunichiamo, e spesso ciò che il ricevente capisce è ancora meno (approfondisci qui).

Prova a pensare alla comunicazione come a un flusso di dati che passa attraverso un imbuto: il messaggio originale si riduce man mano che passa dalla sommità e arriva al collo. Detto in altri termini, dal pensiero iniziale a ciò a cui diamo voce, dalla ricezione alla comprensione effettiva, molti elementi possono interferire, finendo con il distorcene il significato.

Il codice appartenente a ciascuna delle parti in gioco, e le esperienze (altrimenti dette “enciclopedia”) che condizionano il sentire, concorrono a erodere le intenzioni del mittente. Il rumore, sia fisico che psicologico, rappresenta uno degli ostacoli principali. Ridurre il rumore significa creare un ambiente di comunicazione più chiaro e concentrarsi sull’ascolto attivo per garantire che il messaggio arrivi al destinatario nella sua forma più pura.

L’efficacia della comunicazione diminuisce man mano: se quel che pensiamo di trasmettere è il 100%, quello che trasmetteremo tramite l’uso della parola si avvicina al 70%; quanto il nostro destinatario riceverà sarà il 50%, quanto comprenderà, presumibilmente il 30%, e quanto gli rimarrà… beh, ben poco. Insomma, proprio per questo motivo si finisce con il non capirsi o con il capire poco di ciò che riceviamo, sebbene ce l’abbiamo messa tutta.

Tecniche di base per una comunicazione efficace

Per migliorare l’efficacia della comunicazione, potremmo adottare quattro “semplici” accorgimenti:

  • Adattamento del tono di voce utilizzando un tono appropriato al contesto e all’interlocutore per favorire la comprensione e la fiducia.
  • Gestione del rumore, attraverso la riduzione delle interferenze che possono compromettere la chiarezza del messaggio.
  • Empatia e ascolto attivo mostrando interesse genuino verso l’interlocutore, utilizzando domande aperte e riformulando per confermare la comprensione.
  • Feedback e verifica della comprensione, attraverso la richiesta di una restituzione che ci assicuri che il messaggio sia stato recepito correttamente e compreso nella sua totalità.

Questi approcci non solo migliorano la qualità della comunicazione, ma contribuiscono anche a costruire relazioni più solide e significative con i diversi stakeholder.

Sfruttare al massimo la comunicazione nel Terzo settore

Una comunicazione efficace non è solo una questione di trasmissione di informazioni, ma è soprattutto creazione di legami forti che consentano alle nostre organizzazioni di favorire il sostentamento di ente e missione.

Guardando al futuro, il Terzo settore deve continuare a evolversi e adattarsi alle nuove sfide e opportunità nel panorama della comunicazione. L’adozione di tecnologie innovative, come l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati, può migliorare ulteriormente l’efficacia delle campagne di comunicazione e la gestione delle relazioni con i sostenitori. Inoltre, l’accento sull’inclusività e sulla diversità nelle strategie di comunicazione può garantire che tutte le voci siano ascoltate e rappresentate, promuovendo una partecipazione più ampia e un impatto sociale più significativo.

Il potenziale della comunicazione fatta per bene nel Terzo settore è enorme ma spesso sottovalutato. Investire nelle competenze comunicative e nell’infrastruttura tecnologica può fare la differenza tra una semplice sopravvivenza e un impatto trasformativo di una certa rilevanza. Sfruttare appieno il potere della comunicazione significa non solo trasmettere informazioni, ma anche costruire connessioni veramente significative, promuovere la trasparenza e mobilitare il sostegno necessario per affrontare le sfide più urgenti della nostra società.

Mi chiedo: non è forse giunto il momento di riconoscere e valorizzare pienamente questo potente strumento?

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