Il fundraising in Italia è in continua evoluzione, spinto dall’innovazione tecnologica e da un cambiamento nelle aspettative dei donatori. Le tendenze emergenti delineano un futuro in cui la personalizzazione e l’efficienza digitale sono al centro delle operazioni di raccolta fondi. Questo 2025 potrebbe diventare un anno spartiacque tra un prima e un dopo, offrendoci uno sguardo su un 2030 prossimo tanto diverso dal passato, ormai così lontano. Non tanto per una risposta all’Agenda, su cui personalmente nutro non poche perplessità, quanto per la velocità con cui tutto si sta manifestando. Facile che questi anni finiscano con il contrarsi irrimediabilmente e, altrettanto irrimediabilmente, determinino una scissione tra un prima e un dopo; tra chi c’è ora e chi ci sarà dopo; tra chi può ora e chi non potrà più.
L’accelerazione è generale e indubbio il giro di boa.
Sono cinque, a mio modo di vedere, i punti di attenzione di questo anno appena cominciato. Eccoli:
1. L’importanza del coinvolgimento digitale
L’adozione delle comunicazioni digitali ha raggiunto un livello di importanza critica, con un’enfasi crescente sull’uso dell’intelligenza artificiale (AI) per migliorare l’engagement dei donatori. Queste tecnologie permettono alle organizzazioni di personalizzare la comunicazione e di gestire interazioni più efficaci, facendo leva sulla potenza dei dati per adattare messaggi e iniziative alle preferenze individuali dei donatori. Strumenti come piattaforme di email marketing integrate e software di gestione dei social media sono ormai indispensabili per costruire e mantenere la connessione con la base di donatori.
Cosa chiedersi ora?
Quanto efficacemente la nostra Onp sta utilizzando l’AI per personalizzare la comunicazione esterna? In caso affermativo: quale impatto ha quest’uso sull’engagement dei donatori?
2. La crescita del dono ricorrente
Il 2025 volgerà l’attenzione verso un forte incremento dell’interesse alle donazioni ricorrenti. Sappiamo bene quanto sia importante puntare alla continuità per poter garantire linfa alla attività sociali. Le organizzazioni dovrebbero dunque preoccuparsi di introdurre sistemi che facilitino questo tipo di donazione, come la possibilità per i donatori di impostare donazioni regolari attraverso i loro portali online. Questa strategia non solo aumenta la sostenibilità finanziaria delle non profit, ma migliora anche il tasso di retention dei donatori, creando una base di supporto più stabile e prevedibile nel tempo (il tasso di abbandono è di solito piuttosto basso).
Le domande lecite da porsi ora:
Quali difficoltà incontriamo o abbiamo incontrato ell’implementare donazioni ricorrenti e come è possibile migliorare la proposta di valore per i donatori ricorrenti?
3. L’approccio data-driven nel fundraising
L’approccio basato sui dati, e sulla loro lettura, è un pilastro fondamentale nel fundraising. Analizzare i comportamenti dei donatori e monitorare le metriche chiave permette alle organizzazioni di ottimizzare le campagne e di prevedere meglio le tendenze future. L’accesso a strumenti di analisi avanzati aiuta le non profit a prendere decisioni informate e a massimizzare l’efficacia delle loro iniziative di raccolta fondi.
Cosa chiedersi ora?
In che modo il nostro ente sta utilizzando i dati per guidare le decisioni di fundraising e qual è il livello di comprensione del team riguardo le analitiche disponibili?
4. Partenariati e Responsabilità Sociale di Impresa
Nonostante una crescita più lenta rispetto al passato, le collaborazioni aziendali rimangono un’importante fonte di finanziamenti. Le non profit stanno trovando nuove vie per collaborare con le aziende (e viceversa) attraverso programmi di responsabilità sociale d’impresa (CSR). Questi partenariati non solo offrono supporto finanziario, ma – e primariamente soprattutto – anche opportunità di co-branding e di accesso a nuove reti, ampliando così l’impatto sociale perseguibile.
Cosa chiedersi ora?
Quali tipi di partenrship aziendali abbiamo attivi attualmente e come possiamo migliorare o espandere queste collaborazioni per massimizzare sia il supporto finanziario sia l’impatto sociale?
5. Le relazioni umane tornano ad essere centrali
E in tutto questo digitale, complici la crescente importanza del marketing digitale e dell’intelligenza artificiale, i fundraiser devono essere proattivi nel partecipare a conferenze e workshop pertinenti. Non solo per i necessari aggiornamenti, ma anche per la necessità di mantenere inalterato il legame con la vita reale e la ricchezza che da questi deriva. Opportunità di networking, essenziali per scambiare idee e migliorare le proprie capacità. Io, quest’anno, sarò dove riterrò possa essere utile, da sola o con il mio team, e potrebbe essere l’occasione giusta per un confronto tra colleghi.
Cosa chiedersi ora?
In che modo la mia Onp sta bilanciando l’uso delle tecnologie digitali con il mantenimento delle relazioni umane sia internamente che con i donatori?
In conclusione.
Negli anni, ho collezionato una vasta gamma di libri sul tema. La libreria dell’Academy vanta un bel quantitativo di volumi, sia in italiano che in inglese. Nonostante sia una compulsiva digitale, probabilmente non smetterò di leggere libri di carta e certamente non comincerò ora a leggere eBook. Sul resto, però, è perfettamente inutile provare a creare frizioni di qualsiasi genere. Il 2025 si rivelerà un anno di significative trasformazioni in tutti i campi e il fundraising non fa eccezione. Le organizzazioni non profit che riusciranno ad adattarsi rapidamente e a integrare nuove tecnologie e strategie data-driven avranno maggiori possibilità nel garantire il sostegno a lungo termine per le loro missioni.
Mentre le sfide non mancano, le opportunità di crescita e innovazione sono evidenti e possono essere colte con un approccio strategico, mirato e con mente aperta. Molto aperta.
Ottime riflessioni che condivido pienamente. Anche noi siamo in trasformazione proprio su alcuni di questi punti. Grazie.
Brava!
Grazie dell’apprezzamento, Antonella! E buon 2025.