Quanti modi conosci per raccontare una storia? L’unico che io conosca e che sia davvero efficace è quello di scriverla. Un testo vive al di là del tempo e delle persone che le esprimono. Un’istantanea di momenti vissuti. Una pluralità di punti di vista che concorrono, tutti indistintamente, a costituirne ossatura e ricchezza.
Così, se stai pensando a qualcosa di nuovo per la tua Onp, ti consiglio di pensare seriamente a un blog. Per una organizzazione nonprofit può essere un ottimo alleato perché si alimenta di vita ma vive, nonostatante ciò, al di là del tempo e della vita stessa delle persone che vi si esprimono.
I social network stessi, pur potendo contare spesse volte su un numero maggiore di affezionati, possono non contare sullo stesso grado di fedeltà e proattività. Insomma, per raccontarti e far raccontare, un sito web e un social network possono non essere più sufficienti. Tutto dipende dal grado di maturità dell’ente ma se nella tua idea c’è la volontà di fidelizzare e spingere all’azione, il passaggio “blog” diventa quasi obbligato. Nel considerarlo, ci sono alcuni aspetti che vanno tenuti presente.
1. UN BLOG E’ UN CARICO DI LAVORO EXTRA. Un blog può diventare uno strumento importante per raccontare la tua missione e la visione che la tua organizzazione ha del mondo. Allo stesso tempo, un blog è un canale di comunicazione senza precedenti attraverso il quale favorire la partecipazione di volontari, destinatari, amici, donatori. Quella del blog è una comunicazione a due vie complessa che prevede un lavoro e un impegno costanti. Chi è blogger lo sa: il grado di partecipazione alla causa ha, senza dubbio, una natura diversa: è più intimo e profondo. Un piano editoriale e una redazione organizzati. Un lavoro extra insomma. Ma ne vale senza dubbio la pena. Anche in termini di fidelizzazione e raccolta fondi.
2. UN BLOG E’ UNA CARTINA AL TORNASOLE. La tua Onp è pronta a mettersi a nudo? Sì, perché un blog, e chi ti leggerà naturalmente, ti chiede questo. Ti chiede di esserci, con tutto te stesso. In prima persona. Non è istituzione; è esperienza. E’ umanità. E’ l’unico modo che conosca per renderlo efficace. Il resto è informazione e non c’è bisogno di un blog per fare informazione. Ma ancora una volta, ne vale la pena.
3. UN BLOG E’ DI TUTTI E PER TUTTI. E’ una tua creatura ma è altro da te. Un blog funziona se lo metti in rete e al servizio della rete. Un blog è bene comune. Pensalo in modo partecipato. Programma guest posts e coinvolgi. Fai sempre molta attenzione alla privacy, al copyright e a ciò che veicoli. Non tutti i comportamenti sono leciti, anche se si parla di sociale. E’ bene tenerlo presente.
4. UN BLOG VA PENSATO IN MODO INTEGRATO. Al pari degli altri strumenti, un blog non vive isolato. Per promuoverne i contenuti va necessariamente integrato con il resto: sia on line – of course – che off line.
Ancora non sei convinto? Scrive Franz Russo, noto social media cosultant (seguilo su Twitter @franzrusso), sul suo blog ne I Blog per gli italiani sono fonte d’informazione di cui fidarsi (vai al post e fonte immagine):
(…) agli italiani i blog piacciono e tanto. Sono in tanti a seguirli e secondo una recente indagine condotta dall’Osservatorio Blogger di ISPOClick, sulla base di 600 interviste a utenti del web, gli italiani hanno fiducia nei blog almeno quanto ne hanno per i media tradizionali come giornali, tv e radio. Un risultato questo che accredita i Blog come fonte di informazione ormai riconosciuta, dal quale non si può più prescindere.
Se poi vuoi provare a prenderla con un po’ più di filosofia, ecco qualche bel consiglio della brava copywriter Roberta Zanella (@RobiCopyZanella e no, non siamo parenti!) nel suo bellissimo e divertente post 4 consigli per aprire un blog.
Ancora un ultimo consiglio: dall’esperienza (anche di altri), si impara. Quindi, guarda qui cosa hanno fatto AISM e Vidas e lasciati ispirare…
Buon blogging!
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