Con ogni probabilità, per molte organizzazioni il 2012 si concluderà con ingressi in raccolta fondi inferiori rispetto a quanto ipotizzato in fase previsionale. O almeno ridimensionati. E questo è vero per la maggior parte degli enti di Terzo Settore operanti nel nostro Paese.
Timori da esorcizzare a inizio anno sono divenuti via via sempre più palpabili. Il concetto di bisogno, per certi versi quasi dimenticato, è tornato prepotentemente in auge, relegando il valore del desiderio alla sua più naturale dimensione, quella di attore secondario. Cambiano le priorità. La famiglia media italiana è messa a dura prova. Ciononostante, l’impegno al dono rimane una costante. Ridimensionato forse ma pur sempre una buona abitudine da perpetrare. In particolar modo a Natale.
In questi ultimi scampoli d’anno, gli uffici raccolta fondi sono impegnati a tirare le somme delle attività, già consapevoli dell’andamento delle performance rispetto all’anno precedente. Le strategie pianificate hanno fatto il loro corso e dato i loro frutti.
Ma a sei giorni da Natale, il lavoro del fundraiser non può ancora dirsi concluso. E’ possibile pensare a un ultimo colpo di coda. Una campagna che sia veloce e intelligente. Da usare ora. Sul web: una dem; un’attività di crowdfunding; una social media campaign. In modalità smart e a costi contenuti.
Pensaci. E provaci!
Ecco qualche piccola accortezza (valida sempre e comunque) che può contribuire a trasformare un test in un progetto che funziona, con risultati tangibili, immediati e d’impatto.
- SII PUNTUALE. Chi dona, dona alla causa e non all’organizzazione. Quest’ultima è il mezzo attraverso il quale raggiungere l’obiettivo di bene comune che si ritiene meritorio o di cui c’è necessità. Ovvero: più specificità significa più efficacia.
- PERSONALIZZA. Chi dona, vuole donare per cose che percepisce reali. Parla di fatti concreti e tieni l’ente sullo sfondo. Ovvero: autoreferenzialità da bandire a vantaggio della pragmaticità dei progetti.
- DIVERSIFICA. Offri opportunità diverse di adozione del dono e differenti modalità per l’effettuazione della donazione. Ovvero: considera il donatore sempre e comunque nella sua unicità e nella propria volontà di interagire con te. Adattati e non metterlo nella condizione di adattarsi.
- SII SEMPLICE E IMMEDIATO. Fornisci sempre istruzioni chiare sulla modalità di effettuazione del dono e rendi semplice la donazione. Ovvero: modi e recapiti devono essere facilmente rintracciabili e immediatamente fruibili.
- RENDICONTA. Il donatore è sempre più maturo. Ovvero: vuole vedere i risultati per rendersi conto in prima persona di qual è l’impatto che il progetto reso possibile anche attraverso il suo contributo è stato in grado di generare sulla comunità.
- SII RIDONDANTE. Ricorda al tuo donatore di donare. Ricordo che durante i miei studi, un aspetto che mi aveva incuriosito era relativo alla memoria legata del dono. Ovvero: un donatore tende a dimenticare l’atto e a perpetrarlo anche a distanza di poco tempo. Ecco perché è buona norma accompagnare il ringraziamento al dono con una immediata richiesta di rinnovo.
- E se è vero che una parte delle nostre donazioni rientra nell’ambito della casualità e del one-shot, SPERIMENTA E INVESTI su nuove modalità di affiliazione del donatore e intercettazione del dono.
Quindi, avanti tutta!
Continua a chiedere, senza perderti d’animo e in modo determinato. Concediti il lusso di osare. Almeno a Natale! Con la speranza che il 2013 sia migliore e che ci trovi pronti, tonici e proiettati verso nuove raccolte.