
Siamo giunti alla terza fase del nostro ciclo strategico del non profit, quella che rende il piano ideale qualcosa di concreto che può essere misurato.
Sì, perché ogni organizzazione non profit nasce con un’idea, un sogno, una visione di cambiamento. Ma tra il pensiero e l’impatto concreto c’è una fase cruciale: l’applicazione operativa. Questo è il momento in cui la strategia si traduce in azioni reali, in cui le intenzioni diventano risultati tangibili. Ed è qui che molte organizzazioni faticano, perché pianificare è un conto, ma rendere la strategia operativa richiede metodo, organizzazione e capacità di adattamento.
Avere un piano è importante, ma non è sufficiente. Se la Vision e la Mission definiscono la direzione e la pianificazione strategica stabilisce il percorso, l’applicazione operativa è il momento della verità. È il punto in cui ci si chiede: stiamo davvero facendo quello che ci siamo proposti?
Per rendere la strategia operativa, è necessario lavorare su quattro aspetti chiave. Li espongo qui di seguito.
1. Obiettivi e iniziative: cosa faremo, davvero?
Le idee restano tali finché non si trasformano in azioni concrete. Definire obiettivi chiari e iniziative specifiche permette di passare dalla teoria alla pratica.
Domande guida:
- Quali attività mettiamo in campo per raggiungere i nostri obiettivi?
- Le nostre iniziative sono fattibili con le risorse che abbiamo?
- Chi sono i destinatari e come possiamo coinvolgerli al meglio?
Esempio pratico: se un’organizzazione vuole ridurre la dispersione scolastica, il suo piano strategico potrebbe prevedere un programma di mentorship per studenti a rischio, in collaborazione con scuole e volontari. Ma senza un piano operativo dettagliato, l’iniziativa rischia di restare un’ottima idea su carta.
2. Ruoli e responsabilità: “chi fa cosa”?
Una strategia efficace richiede persone preparate e ruoli ben definiti. Se ognuno ha la propria direzione, se le responsabilità non sono chiare, anche il piano meglio strutturato rischia di naufragare.
Domande guida:
- Chi è responsabile di ogni attività?
- Abbiamo le competenze giuste per mettere in pratica il piano?
- Come possiamo garantire coordinamento tra i team?
Esempio pratico: un’organizzazione che lancia un progetto di supporto alimentare per famiglie in difficoltà dovrà chiarire chi si occupa della raccolta delle donazioni, chi della distribuzione, chi della comunicazione e chi della gestione logistica. Senza un’assegnazione chiara, il rischio è perdere efficienza e rallentare l’impatto.
3. Strumenti e risorse: con cosa lavoriamo?
Nessuna strategia può diventare operativa senza gli strumenti adatti. Che si tratti di risorse finanziarie, competenze interne, tecnologie o partnership, ogni elemento deve essere allineato con il piano.
Domande guida:
- Abbiamo tutto ciò che serve per realizzare la strategia?
- Ci servono strumenti digitali, spazi fisici, nuove competenze?
- Possiamo coinvolgere partner o finanziatori per potenziare le risorse disponibili?
Esempio pratico: un’associazione che vuole migliorare il coinvolgimento dei donatori potrebbe integrare un CRM per la gestione delle relazioni e un sistema di email marketing per le comunicazioni personalizzate. Senza questi strumenti, la raccolta fondi potrebbe rivelarsi meno efficace.
4. Monitoraggio e miglioramento: come sappiamo se stiamo facendo bene?
Azione non significa solo esecuzione, ma anche valutazione e miglioramento continuo. Se non misuriamo i risultati, rischiamo di lavorare tanto senza sapere se stiamo davvero facendo la differenza.
Domande guida:
- Quali indicatori di performance (KPI) ci dicono se siamo sulla strada giusta?
- Come raccogliamo feedback da beneficiari, partner e team?
- Siamo pronti ad adattare le nostre azioni se qualcosa non funziona?
Esempio pratico: un’organizzazione che offre corsi di educazione finanziaria per famiglie vulnerabili potrebbe misurare il numero di partecipanti, il miglioramento delle competenze attraverso test e il tasso di riduzione dell’indebitamento delle famiglie coinvolte. Se i risultati non sono in linea con gli obiettivi, potrebbe rivedere i contenuti o il metodo di erogazione.
Dall’operatività all’impatto: il vero obiettivo
Applicare una strategia non è semplice. Richiede disciplina, adattabilità e capacità di misurare il proprio operato con onestà. Ma è in questa fase che si gioca la vera partita: un’organizzazione che sa mettere in pratica la sua strategia è un’organizzazione che genera impatto reale.
Riassumendo. Cosa fare dunque?
- Definisci obiettivi chiari e realistici.
- Assegna ruoli e responsabilità precisi.
- Usa gli strumenti giusti per migliorare l’efficacia.
- Monitora i progressi e migliora in corso d’opera.
Chiudo come mi piace chiudere in questo caso: con una domanda e un’ipotesi di risposta: la tua organizzazione riesce a trasformare la strategia in azioni concrete? Se la risposta non è un “sì” deciso, forse è il momento di rivedere il processo. Perché un’ottima idea, senza applicazione, resta solo un’idea.