La mia esperienza personale con la Gen Z, osservata nella crescita di mio figlio e mia nipote, mi ha fornito una prospettiva intima su come questa generazione risponda ai contesti sociali dinamici e complessi di oggi. Essendo una ‘X’ autentica, nata nel cuore della Generazione X e testimone di una serie di crisi a partire da quella petrolifera, ho sviluppato un interesse naturale nel monitorare come le diverse generazioni reagiscono ai cambiamenti. Di questo ho parlato proprio in questi ultimi giorni durante il mio insegnamento sul fundraising all’Università Cattolica di Milano. Da qui, lo stimolo a scriverne, ma il tema emerge chiaramente anche in altri contesti, come nel mio ‘Raccolta fondi’ pubblicato nel 2020.
Di generazione in generazione, fino ai giorni nostri
A spasso tra le generazioni, fino ai giorni nostri, osservo come i Baby Boomers, i Millenials e la mia stessa Generazione X abbiano creato le premesse su cui la Gen Z sta costruendo il suo mondo. I Baby Boomers, con la loro etica del lavoro e la fedeltà aziendale, i Millenials, con il loro ideale di connessione e valore, e la Gen X, da cui provengo, con il suo scetticismo istituzionale e l’indipendenza, hanno tutti plasmato i confini entro i quali la Gen Z sta ora operando con una fluidità digitale senza precedenti.
La Gen Z si distingue per il suo approccio pragmatico e per il forte impegno verso il cambiamento sociale. A differenza delle precedenti, questi giovani cercano impatti reali e tangibili piuttosto che inseguire simboli di status. Questa tendenza è evidente anche nel loro modo di interagire con il settore non profit: l’azione diretta e la qualità dell’impatto sono al centro delle loro decisioni.
La Gen Z e i Consumi
Cresciuta tra la fine degli anni ’90 e il 2012, questa generazione si distingue nettamente dalle precedenti, influenzata sia da eventi globali come la pandemia di Covid-19 che dalla loro crescita in un’era digitale. Emerge come una generazione riflessiva, con il 41% degli individui che si sentono più contemplativi e vulnerabili dopo la pandemia. Sembrano dimostrare una forte propensione all’attivismo, impegnandosi in questioni come il cambiamento climatico e l’uguaglianza di genere, cercando di apportare cambiamenti significativi per migliorare la società e sviluppare un senso di futuro (su questo, rimando alla ricerca del 2022 elaborata da IPSOS).
Il loro approccio al consumo riflette questi valori: prediligono i marchi che dimostrano responsabilità ecologica e sociale, e sono disposti a spendere di più per prodotti sostenibili. Benché abbiano familiarità con la tecnologia e i social media, mostrano una preferenza per fare acquisti in negozi fisici e valutano positivamente la sicurezza delle loro informazioni personali. L’autenticità è di fondamentale importanza per loro, e preferiscono vedere persone reali nelle pubblicità. Sono influenzati dalle recensioni online, con un significativo 68% che legge almeno tre recensioni prima di fare un acquisto per la prima volta (fonte).
La Gen Z e il Dono
La propensione sembra indirizzarsi verso un crescente interesse per il volontariato e l’attivismo: l’ultima generazione non si limita a dare supporto, ma si immerge attivamente nelle cause che sostengono, mostrando una predisposizione all’azione diretta e alla partecipazione nelle attività delle organizzazioni non profit (fonte). Un comportamento, questo, che potrebbe riflettersi anche in relazione al dono e richiedere quindi un nuovo approccio.
Per le organizzazioni non profit, questo approccio rappresenta un’opportunità unica: poter competere su un terreno più equo, dove ciò che conta è la reputazione e l’effettivo operato.
Il dono non è più solo una questione di quanto si dona o del nome associato al donatore, ma piuttosto della qualità dell’impatto che il dono stesso può generare. Un cambiamento di prospettiva che rappresenta una svolta significativa nel panorama del Terzo settore.
Questo cambio di paradigma è significativo. Le organizzazioni che sono in grado di offrire opportunità di coinvolgimento attivo e di partecipazione diretta alle loro attività, oltre che capaci di dimostrare la loro effettiva efficacia e trasparenza, avranno probabilmente maggiori probabilità di attrarre e coinvolgere questa nuova generazione di sostenitori.