Immagina di entrare in un mondo dove ogni gesto di generosità ha un significato profondo. Ogni donazione che riceviamo è un passo verso un futuro migliore, dove ascoltare e rispondere ai bisogni dei donatori è il nostro impegno principale.

Ma perché una persona decide di donare?

Quello del dono è un viaggio che inizia con la compassione. Alcune motivazioni sembrano quindi più profonde e disinteressate, spingendo all’azione.

  • Altruismo e desiderio di essere utili: dietro ogni donazione c’è il desiderio sincero di fare la differenza, spinto dalla forza del cuore che porta le persone a estendere una mano verso chi ha bisogno, senza aspettarsi nulla in cambio se non la soddisfazione personale di aver fatto qualcosa di bello e grande.
  • Valori religiosi o spirituali: molti donatori sono guidati da una profonda fede nel dare e nel servire gli altri come espressione del proprio credo. Così facendo, trasformano il sostegno in un atto di devozione.
  • Gratitudine e ricompensa emotiva: la gratitudine è un dono prezioso. È la gioia di vedere il proprio aiuto trasformare la vita di qualcun altro. È lo spirito profondo che alberga la definizione cara di Henry Hank Rosso, tramandata ai fundraiser come sua eredità: insegnare agli altri la gioia di donare.
  • Responsabilità sociale: ogni donatore porta con sé il peso della responsabilità sociale; il senso di dovere di contribuire al benessere della comunità e del mondo che ci circonda.
  • Campagne di sensibilizzazione efficaci: le storie sono come ponti che collegano le persone alle cause. Sono messaggi che ispirano all’azione e trasformano il sostegno potenziale in azione concreta.

Poi ci sono motivazioni che appaiono più interessate, ma che hanno un senso personale molto più profondo di quanto possa apparire.

  • Storie di speranza intrecciate: dietro ogni donazione c’è una storia di esperienza personale e di connessione emotiva che non possiamo comprendere fino in fondo, solo rispettare.
  • Il ciclo di generosità: chi ha ricevuto sostegno in passato comprende profondamente il valore di fare la propria parte aiutando coloro che ne hanno bisogno ora. Si completa così il ciclo di compassione che nutre tutta la comunità.
  • Riconoscimento e Status sociale: c’è un desiderio di essere riconosciuti per l’impatto tangibile delle proprie azioni. È il rispetto guadagnato attraverso il sostegno a una causa che va oltre l’individuo in sé.
  • Benefici fiscali: ogni agevolazione fiscale è un incentivo che rende il gesto della donazione più razionale e dà ad esso restituzione concreta.
  • Influenza sociale (spirito di emulazione): essere parte di una comunità di donatori è come essere coinvolti in una sinfonia di generosità. È l’ispirazione che viene dall’osservare gli altri dare e sentirsi parte di qualcosa di più grande.

Come spesso mi piace approfondire, le ricerche indicano che solo il 30% delle persone sono propense al dono. Donare è una propensione: o ce l’hai – per educazione, per emulazione, per senso del dovere, per bisogno – o non ce l’hai. Ci sono persone che non doneranno mai, di questo dobbiamo farcene una ragione (ne ho parlato ultimamente in questo articolo a proposito di anelasticità del mercato del dono).

Scegliere di donare è un atto, per fortuna, libero e personale. Dietro ogni gesto di dono c’è una motivazione che va esplorata e, dal fundraiser, opportunamente registrata.

Così, un donatore dona perché la tua organizzazione incontra i suoi bisogni e non (solo) perché la tua organizzazione ha bisogni. Ogni donazione è una risposta a una chiamata di aiuto, una risposta che parte dal cuore e raggiunge chi ha bisogno. È l’arte di capire che la nostra missione è non solo chiedere supporto, ma anche costruire relazioni durature basate sulla fiducia e sulla reciproca comprensione.

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