Per cominciare con il piede giusto la stagione dello studio descritto ormai 100 post fa, ecco un elenco di attività da tenere ben presenti per promuovere al meglio le azioni di fundraising che abbiamo in mente e sulle quali puntare in questo 2013. On e off line e una sola per.
Analisi dei dati. Non è sufficiente stabilire degli obiettivi e prefigurarsi uno scenario possibile, in sede di strategia nell’approccio a una nuova campagna è fondamentale analizzare il pregresso. Può sembrare una banalità, ma l’esperienza insegna a non compiere gli stessi errori o a riproporsi in modo diverso a pubblici medesimi o diversi a loro volta.
Blog. E’ uno strumento davvero ottimo per stabilire un contatto privilegiato con i propri stakeholder e coinvolgerli in modo crescente nell’organizzazione. Richiede tempo e dedizione ma, nel lungo periodo, premia, soprattutto in termini di fidelizzazione. Provarci non costa (quasi) nulla.
Comunicazione. Perché non investire un po’ di energie nel creare una buona comunicazione, con messaggi efficaci, innovativi e ottimisti? Magari con l’aiuto di un’agenzia o con professionisti capaci che credano nella causa. Il Terzo Settore deve comunicare di più e meglio per far valere il proprio valore e deve imparare ad azzardare. Diversamente, avremo sempre messaggi low profile, poco efficaci e senza personalità.
Database. Non più rimandabile se si vuole lavorare bene e con risultati via via crescenti. Porselo come obiettivo 2013 è conditio sine qua non. DBDO’ Fundraiser Datacenter è il DB che ho realizzato per la mia Fondazione. Potrebbe essere un buon suggerimento…
E-Marketing. E-mail, E-book, E-cards. Non è certo una novità ma l’uso del web e delle nuove tecnologie favorisce il trasferimento dei contenuti a tempo e impatto 0 (zero). Da usare ma non abusare. Per non eccedere, un occhio al quanto e al come non guasta.
Facebook e gli altri social. Con oltre un miliardo di utenti attivi, non esserci è da ingenui. Ma Facebook da solo non basta. I social vanno usati in modo integrato e interconnesso. Non è necessario essere ovunque, l’importante è essere dove serve: Facebook, Twitter, Linkedin, Google+, Youtube possono bastare.
Grazie. Mai smettere di dirlo. Un valore simbolico con ricadute importanti in termini sia relazionali che economici.
Hashtag & Key Words. Segui e crea, a tua volta, contenuti di interesse. E’ importante essere presenti e rendersi protagonisti. Anche questo tipo di attività va pianificato e poi seguito con scrupolo.
Infografica. Un visual marketing innovativo che sta crescendo in modo significativo. Una bella immagine rende più di mille parole. Di certo, raccontare i dati attraverso colori e icone aiuta la memorizzazione e, al contempo, facilita la condivisione sul web. Con essa, la divulgazione dei contenuti, la notorietà e la reputazione dell’ente. In un meccanismo virtuoso.
Lobbying & Relazioni Pubbliche. Capacità di negoziazione e di gestione della relazione ad alti livelli. Passaggio obbligato. Che lo si voglia o meno, il futuro del Terzo Settore passa anche da qui. Tramontano le relazioni amicali per lasciare il posto a quelle professionali. Una sterilità per il Settore? Non credo. Più che altro, parlerei di maturità e arricchimento. Ne abbiamo discusso qui.
Mobile. Il tasso di penetrazione di smartphone e tablet è in continua crescita, anche in Italia (51,2% con una media europea del 54,6%, dati dicembre 2012. Fonte). Rispondere a questa tendenza con crescente attenzione all’aspetto web e alle sue declinazioni, partendo dall’adozione di un design funzionale, è più che mai necessario per stare al passo con la domanda.
Newsletter ed E-Newsletter. Profilate (per quanto possibile). Strumenti utilissimi per informare e aggiornare il pubblico sulle attività dell’ente, per promuovere nuovi progetti, per chiedere un dono o il rinnovo di un dono. In una parola, fidelizzare. Raccoglierle e archiviarle in modo puntuale garantisce la costruzione della memoria storica dell’organizzazione.
Outcome. All’interno del processo di misurazione e di valutazione, l’outcome è il cambiamento nelle opinioni, nei comportamenti e nelle abitudini delle persone verso le quali sono stati indirizzati sforzi programmati di comunicazione e dell’agire da parte dell’organizzazione. Un aspetto su cui vale la pena investire attenzione crescente per quantificare l’impatto reale derivante dalle attività attuate nel corso del tempo. Ne abbiamo parlato qui a proposito di responsabilizzazione sui programmi e sul controllo di gestione del Terzo Settore.
Pianificazione. E’ doveroso pensare in modo scrupoloso ai piani attività e alla loro sequenza temporale.
Qualità. Contenuti, progetti, propositi devono essere di qualità. La superficialità non paga più. Il donatore è sempre scrupoloso e questo è un bene perché la sua attenzione qualifica l’intero settore.
3R: ROI, Redemption, Rendicontazione. Misurare, quantificare, rendere conto sono tutte attività da intendersi core e non più semplicemente arbitrarie.
Strategia. Insieme alla pianificazione, la strategia è l’aspetto da cui non si può prescindere se si vuole trasformare una buona idea in un’idea che funziona. Pensare in modo strategico permette di concentrarsi su alcuni aspetti, prioritari, e di tralasciarne invece altri, di per loro secondari; fa prevedere scenari possibili e analizzare preventivamente possibili rischi in modo da arginarli o, quanto meno, da ridurne l’impatto. Fare strategia significa essere più efficaci in termini di performarce e più efficienti in termini di investimenti.
Targeting. La profilazione di Mercati, segmenti o pubblici è un’attività sempreverde. Anche quando si parla di buona causa. Quindi, mai distorgliere l’attenzione dai destinatari dell’idea che abbiamo in mente o dal servizio che vogliamo erogare.
USP. Trova la tua Unique Selling Proposition e fai la differenza.
Viral. Il marketing virale ha tre aspetti chiave: la persona, la sua rete di relazioni e il passaparola. Tutti e tre sono da considerarsi elementi sensibili e, come tali, vanno gestiti con prudenza, capacità e diligenza. Se così è, i ritorni sono garantiti. Diversamente, il boomerang può sortire effetti dirompenti per la reputazione dell’ente. Meglio pensarci con attenzione. Magari partendo da qui.
Zeal. Ovvero: Passione; entusiasmo instancabile; slancio verso una causa. Il giusto atteggiamento che non può mancare per ottenere i risultati migliori.
Questi sono solo alcuni degli aspetti su cui noi fundraiser dovremmo concentrare l’attenzione del nostro lavoro nel corso di quest’anno, ma ce ne sono molti altri. Ne abbiamo parlato spesso e ne parleremo ancora. La nostra è una professione a tutto tondo. Ricca e complessa così come ricche e complesse sono le organizzazioni per cui ci adoperiamo. Proseguiamo decisi su questa strada. Studiamo. Formiamoci. Facciamo sempre meglio, con passione ed etica, e se siamo in grado di fare la differenza, pretendiamo il riconoscimento del nostro ruolo. Ce lo meritiamo.
Buon 2013!
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