Continua il percorso imaginìfico avviato qualche giorno fa su quale sarà il futuro della nostra organizzazione. Viviamo in un’epoca in cui provare a disegnare il futuro prossimo diventa cruciale per la riuscita e la sostenibilità di un ente, in qualunque contesto operi.
La “riscrittura” in chiave ESG, orientata, ovverosia, a criteri ambientali, sociali e di governance, diventa una direzione imperativa di cambiamento. Presto, tutte le realtà saranno chiamate a riconsiderare approcci e strategie, un passaggio importante e che può essere certamente reso più agevole se diluito nel tempo e per tempo, anticipato dalla struttura stessa, prima che questo venga imposto.
In quest’ottica, la visione del futuro diventa il faro che orienta il nostro cammino e che ci permette di transitare da ciò che è presente a ciò che è desiderato. Si tratta di un processo che richiede, oltre al tempo necessario, la sinergia tra creatività – rappresentata da quello che Edward De Bono (di cui ho già parlato in queste pagine) definisce “pensiero laterale” e che ha sede nel lato destro del cervello – e razionalità, incarnata, invece, nella parte sinistra.
Creatività e razionalità: il timone per navigare nelle acque di una inevitabile transizione in atto
Il “pensiero laterale” è il motore della creatività che ci permette di rintracciare modi non ordinari e non necessariamente sequenziali per superare i confini attuali e di visualizzare soluzioni innovative. Provare a guardare oltre, ovvero provare a immaginare il percorso davanti a noi, richiede la capacità di pensare in modo non convenzionale, sfidando lo status quo e affrontando le sfide con uno spirito aperto alle opportunità.
Dall’altra parte vi è la razionalità, l’ormeggio al presente, un punto d’ancoraggio essenziale per ogni viaggio nel futuro. La parte riflessiva, quella più matura, con i suoi limiti e la consapevolezza pragmatica delle risorse disponibili.
Il rischio è il motore propulsivo che ci spinge verso il futuro desiderato
Il nostro compito primario è saper trovare il punto di ottimo tra questi due distinti emisferi, ovvero il giusto equilibrio tra creatività e razionalità in modo da guidare le organizzazioni con sicurezza, evitando azzardi eccessivi.
In questo surfare, la sfida costante è abbracciare il rischio come componente fondamentale delle decisioni, un ingrediente imprescindibile per la crescita. Assumersi la responsabilità di eventuali errori diventa un trampolino per proiettare l’ente verso il futuro desiderato, alimentando quell’adrenalina necessaria per progredire.
Disegnare il percorso è un atto di bilanciamento continuo tra il pensiero creativo e la razionalità, tra la propensione al rischio e la capacità di intravvedere l’obiettivo finale. Un viaggio che richiede la giusta combinazione di visione e concretezza, di sogni audaci e passi misurati, affinché l’organizzazione possa avanzare con determinazione lungo la strada che ha tracciato.