La capacità di un fundraiser passa dalla sua cultura di base. Conoscere i fondamenti crea sicurezza e l’abilità di rispondere all’interlocutore esigente, a dimostrazione che le cose che si affermano poggiano su basi solide.
Un fundraiser si informa. Studia. Si aggiorna. Legge e alimenta il suo sapere con curiosità.
Insomma, il fundraiser è un professionista serio e preparato che non si improvvisa e non improvvisa. Piuttosto prende tempo e torna con una proposta che possa portare cambiamento o possa proporre soluzioni.
Sì perché il fundrasing è un’attività strutturata che entra nelle maglie organizzative e cambia l’organizzazione da dentro: plasma, tesse, educa, delinea, contamina i diversi hub di cui un ente è costitutito.
A livello strategico prima e operativo poi, le diverse dimensioni aziendali subiscono l’influenza del processo in atto, più o meno consapevolmente. Occorre dunque che a livello decisionale vi sia una visione concertata circa la sua adozione, e un concorso di responsabilità aggiungerei.
Essere preparati significa avere questa consapevolezza, unica capace di creare le premesse alla sostenibilità che tanto aneliamo.
Quali sono dunque le 11 cose che un fundraiser deve conoscere prima di avanzare richieste?
- Fondamenti sul Terzo settore in Italia: conoscere il contesto aiuta a comprendere le dimensioni e il ruolo della tua organizzazione a livello microeconomico;
- Unicità e logiche valoriali: capire il contesto e non solo conoscerlo permette di vedere le cose da una prospettiva migliore e più consona alle aspettative;
- Numeri e pesi della raccolta fondi in Italia: quanto impatta la raccolta fondi a livello macroeconomico sul Belpaese?
- Definizioni e semantica: il denaro è strumentale al raggiungimento degli obiettivi sociali. Comprenderne il ruolo permette di come superare i pregiudizi e favorisce la determinazione;
- Raccogliere fondi in un ambiente competitivo: impara a chiedere senza preconcetti e consapevole del tuo ruolo tra gli altri;
- Analisi preventiva dello stato di bisogno: impara a chiedere ciò che è necessario per raccogliere, senza eccedere a meno che non ci sia un bisogno reale e tu sia in grado di giustificare la richiesta;
- Identità e awareness: chiedi partendo dalla conoscenza di te, ricordando che il dono è, come prima cosa, un atto di fiducia;
- Stakeholder, i mercati del dono: sapere “a chi chiedere cosa” è il primo passo per essere efficaci e per utilizzare efficientemente le risorse, spesso scarse, a disposizione;
- Integrazione degli strumenti e dei canali: la riuscita di una campagna dipende dalla capacità di saper miscelare le diverse opportunità comunicative. Online e offline, media relations e digital pr viaggiano all’unisono, ciascuno secondo pesi e obiettivi dati;
- Nuovi scenari, prospettive e mercati in evoluzione: il futuro del fundraising è scritto ora. Va capito e percorso già oggi perché dia vantaggi poi. Occorre dunque essere sempre up to date.
- Giurisprudenza e fiscalità nella raccolta fondi: il fisco, anche in Italia, propone opportunità interessanti che il fundraiser deve vagliare e, a seconda dei casi, adottore per percorrere la strada più vantaggiosa per i diversi attori in gioco.
Per questo motivo, ho pensato di strutturare un corso dedicato proprio alle premesse al fundraising in cui verranno esplosi i 11 punti qui sopra insiti nel nome stesso. 10 ore #atuttofundraising. Per la parte fiscale mi affiancherà Sergio Conte, noto fiscalista del nonprofit che proprio il 7 febbraio si occuperà di Impresa Sociale in un workshop dedicato (leggi il post dedicato).
L’obiettivo? Mettere il futuro professionista della raccolta fondi nella condizione di poter organizzare e chiedere con più cognizione, rafforzando le proprie convinzioni, il modo più corretto per “convincere” l’altro che la tua posizione è giusta e che quindi vale la pena fidarsi.
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8/9 febbraio 2019, 10 ore di formazione.
Princìpi di Fundraising. Cultura, educazione e metodo: le premesse alla sostenibilità
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7 febbraio 2019, 8 ore di formazione
Workshop applicativo sull’impresa sociale. Cosa fare, quando e come per avviare un’impresa sociale