Carolina Fagioli è uno tra i profili più competenti ora presenti in Italia in tema di Google Grants per il nonprofit. L’ho incontrata sul web, seguita un po’ e voluta tra le voci del mio libro #DigitalFundraiser. Non la conoscevo personalmente ma conoscevo la sua reputazione sul web e il suo legame con TechSoup Italia.
Quest’oggi, per la prima volta Carolina pubblica anche su Nonprofit Blog e lo fa accompagnando le nostre Onp a uscire dall’impasse della sospensione dell’account comunicato lo scorso 9 settembre da Google con cui molti di coloro che accedono al programma si stanno ancora arrabattado e altre che, semplicemente, ancora non sanno di averlo un problema. Google si è fatto severo. Occhio, dunque.
Buona lettura.
———–
Innanzitutto: perché parlare oggi di qualcosa avvenuto oltre un mese fa? Perché è indice di un cambiamento importante nella gestione degli accessi al programma Ad Grants da parte di Google.
Il 9 settembre tanti, tantissimi, hanno avuto l’amara sorpresa dell’account AdWords sospeso, trovando come motivazione una non meglio specificata violazione delle norme del programma Google Ad Grants. Proprio quando bisogna iniziare a dar visibilità a tutte quelle iniziative che accompagnano la ripartenza di settembre.
Panico? No, niente panico: se l’account è stato sospeso per la prima volta è semplice essere nuovamente ammessi.
Vediamo cos’è successo.
Il 16 agosto – sì: proprio quando i più erano in ferie – in molti hanno ricevuto una email da Google Ad Grants, di questo tenore:
Non tutti hanno letto l’avviso e non hanno quindi apportato le modifiche richieste, subendo una sospensione del tutto inattesa.
In alcuni casi l’email non è proprio arrivata, ma per lo più si è trattato di una svista: spesso l’indirizzo legato all’account AdWords è creato con il solo scopo di usufruire del circuito pubblicitario, e non viene usato realmente come una casella di posta elettronica. In effetti è ragionevole presumere che un indirizzo così concepito riceverà solo spam e avvisi di Google, e ci aspettiamo di visualizzare questi ultimi anche nel pannello di amministrazione di AdWords: a questo dovrebbe servire l’icona della campanella, o no?
No: le comunicazioni importanti avvengono via email, la campanella riguarda solo gli aspetti tecnici.
Un breve memorandum:
- Per verificare che un account sia davvero seguito, Google comunica modifiche e aggiornamenti via email.
- Le regole del programma non ammettono ignoranza (testuali parole dell’assistenza!): dobbiamo conoscerle e restare sempre aggiornati, possono cambiare in modo radicale.
- Le motivazioni delle sospensioni spesso sono fumose o addirittura assenti: dobbiamo conoscere – bene – come sono costruite le nostre inserzioni, in ogni aspetto.
- Errori e refusi sono rischiosi: i controlli vengono effettuati da macchine, che non distinguono il dolo dalla distrazione.
- Le verifiche avvengono a campione: potremmo “farla franca” per anni, oppure subire più controlli ravvicinati.
- La seconda esclusione è definitiva: vale la pena rischiare?
Ma il famigerato aggiornamento, in cosa consiste?
Si tratta di una revisione delle policy sui domini a cui è possibile dare visibilità: violandole si è esclusi dal programma.
Riassumendo:
- Il dominio indicato al momento della domanda di ammissione a Google Ad Grants deve essere intestato all’associazione: ciò esclude siti di terze parti, ma include domini di terzo livello e sottosezioni (del solo sito in questione).
- Le inserzioni (e i sitelink) possono dare visibilità al solo dominio indicato al momento della domanda: ciò esclude ogni altra presenza web (quali siti satellite o social network).
- Richiesta di eccezioni: progetti in corso, lingua differente, cambio di dominio rispetto all’iscrizione al programma (l’accettazione non è garantita).
Questo spiacevole intoppo – capitato a molti e non solo in Italia – ha mostrato chiaramente che se da un lato la diffusione di Google Ad Grants aumenta, dall’altro i controlli saranno sempre più rigidi:
il plafond donato da Google è molto alto, ed è solo per chi rispetta le regole.
Guest post. Thanks to Carolina Fagioli. La laurea in architettura mi ha insegnato a costruire risposte: dallo studio dei requisiti lungo il percorso che dà una forma tangibile agli obiettivi prefissi; la passione per la tecnologia e l’innovazione mi ha portato verso la progettazione grafica e il web marketing. Da qui il passo verso il digital fundraising è stato molto breve: ho seguito in questo ambito piccole e medie associazioni e attualmente collaboro con Dianova Onlus. Da circa due anni mi dedico anche alla formazione, come docente della TechSoup Academy.