Se adesione alla causa, urgenza specifica, stato d’animo del momento, abitudine all’atto donativo sono solo alcuni dei motivi che spingono una persona a donare, quali sono le componenti che rendono la richiesta del dono più appetibile e, di conseguenza, più efficace in una campagna di raccolta fondi?
Ad analizzare e mappare il dono dal lato dell’offerta ci prova Nonprofithup.org, fucina d’idee sul fundraising di stampo anglosassone. Secondo gli autori, sono 14 gli elementi che, incrociati con le motivazioni del donatore e l’applicazione attenta, concorrono a rendere efficaci le strategie messe in campo dal fundraiser.
Eccoli riproposti e declinati affinché siano immediatamente fruibili. Per approfondimenti, rimando alla fonte. La bella infografica è opera di Devin Thomas, Media Strategist dell’Hub. Ricorda molto il gioco dell’Allegro Chirurgo. Come in questo classico, il visual ci esorta all’attenzione e alla precisione, caratteristiche che il professionista della raccolta fondi non può permettersi di non avere.
- USA LA TESTA. Elabora velocemente le informazioni e ricorda che a donatori diversi devono corrispondere strategie diverse.
- ASCOLTA. Due dei segreti di un fundraising efficace sono il silenzio e la capacità di mettersi in ascolto, atteggiamento ideale per comprendere fino in fondo i bisogni dell’altro, sia esso donatore che destinatario del servizio.
- INDIVIDUA IL TONO DI VOCE DELLA TUA ORGANIZZAZIONE. Qual è il modo di porsi della tua onp? Tagliente; pacato; sfacciato; pungente; creativo. Individua il tuo e sii coerente nel declinare il modo di porti e proporti a tua volta.
- RESTA CONNESSO. Mantieni saldo il rapporto con il tuo donatore. Aggiornalo e rendiconta.
- TIRA FUORI IL CARATTERE MA RISPETTA IL DONATORE. Lecito è chiedere ma doveroso è aspettare e, soprattutto, rispettare la scelta del donatore. Senza insistere.
- NERVI SALDI. Anche se le cose non vanno bene e arrivano dei no. Conta fino a dieci prima di premere invio e calibra il tono dei pensieri su carta.
- IMPARA DAI NO. Un “no” brucia, si sa, ma da un “no” si impara molto: a gestire la sconfitta e a gestire meglio e più efficacemnte la relazione in un secondo momento. Nulla è perduto.
- PERSONALIZZA. Le storie hanno un senso e funzionano se raccontano esperienze. Parti da qui. Costruisci la tua storia partendo dal vissuto dei tuoi operatori, dei tuoi volontari, dei tuoi beneficiari.
- NON GONFIARE LE COSE. Le bugie hanno le gambe corte. Meglio essere concreti piuttosto che risultare poco credibili o, peggio ancora, ridicoli.
- TOCCA LE CORDE DEL CUORE. Amore ed empatia, se veri e sentiti, fanno la differenza. Nel fundraising, credere in ciò che si testimonia è il primo passo per svolgere al meglio il proprio lavoro.
- MOSTRA AL TUO DONATORE COME PRENDERE PARTE AL CAMBIAMENTO. Mostra e dimostra quanto la tua ONP è stata in grado di fare con i fondi raccolti, quanto e cosa farà con i futuri proventi. Sull’accountability non si lesina.
- GARANTISCI AL DONATORE L’EFFETTIVA DESTINAZIONE DELLA DONAZIONE. I soldi donati devono andare sul progetto per cui sono stati chiesti. Rendi conto dei flussi e delle intenzioni.
- SII PREPARATO SUL TUO DONATORE POTENZIALE. Informati prima di chiedere, in modo particolare se si tratta di grandi donatori (individui/aziende): aree di interesse, aree di competenza, altri soggetti precedentemente sostenuti sono solo un esempio. Non farti cogliere impreparato.
- COSTRUISCI E POGGIATI SU BASI SOLIDE. Reputazione, trasparenza, notorietà (sul territorio) e credibilità dell’ente sono buone premesse. Lavoraci per consolidarle e mantienile salde.
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