Siamo al 23 novembre. Molti hanno lanciato la campagna di Natale ormai da qualche giorno. Altri sono in pieno avvio. Altri ancora, moltissimi, non hanno iniziato — e si chiedono se abbia ancora senso farlo adesso.

La risposta è sì. Non siamo in ritardo: siamo nel momento cruciale.

La vera partita del fundraising natalizio non si gioca il giorno del lancio. Si gioca nelle settimane che seguono, quando il racconto prende forma, quando i messaggi sedimentano, quando la relazione si costruisce davvero.

Questo ottavo appuntamento di “Verso il Natale” vuole essere realista: oggi non serve teoria. Serve capire cosa è possibile fare bene adesso, con poco tempo e tanta pressione addosso.

Se la tua campagna è già fuori

Non sei affatto nella fase del “dopo”. Sei nel durante. Ed è qui che succede tutto. Le prime settimane dopo il lancio servono a consolidare il tono e a preparare il donatore alla richiesta più diretta di metà dicembre. Determinano se la campagna respira o se si spegne.

In questo momento ti serve continuità, più che creatività. Un consiglio immediato? Riprendi il messaggio iniziale e spezzalo.

Un unico grande appello è fragile. Suddividilo in piccoli pezzi digeribili:

  • una storia singola;

  • un dietro le quinte;

  • un dato preciso;

  • un micro-progresso.

Quattro contenuti brevi sono molto più efficaci di un unico messaggio lungo che chiede tutto subito.

E poi, mostra un risultato. Non servono numeri eclatanti, basta qualcosa di vero. “Abbiamo ricevuto le prime donazioni. Grazie. È da qui che costruiamo.” È credibile, concreto.

Se invece non sei ancora partito

È una condizione comune per i piccoli enti. Hai due strade davanti, entrambe valide.

La prima è lanciare una micro–campagna essenziale. Niente architetture complesse. Ti bastano:

  • una storia forte;

  • una newsletter;

  • una landing page semplice;

  • due post a settimana.

Ricorda: una campagna minima funziona infinitamente meglio di una campagna perfetta che non parte mai.

La seconda strada, se il tempo è davvero tiranno, è concentrarsi solo su chi c’è già. Lascia perdere l’acquisizione. Cura la tua base con una newsletter personale e una richiesta chiara su un obiettivo piccolo. È meno dispersivo e spesso più efficace.

Un mese che non va sprecato

A questo punto dell’anno non serve inventare concept rivoluzionari o cambiare tono di voce. Serve invece:

  • essere presenti;

  • essere chiari;

  • essere coerenti.

Il fundraising natalizio non si vince alzando il volume, ma restando nel campo della relazione mentre tutti gli altri urlano.

Da qui al 7 dicembre, il piano è semplice. Prima consolidi (con storie e trasparenza), poi prepari il terreno per l’appello forte di metà mese. Attenzione solo a non commettere errori per l’ansia: non cambiare stile all’improvviso e non lanciare richieste a freddo senza aver raccontato nulla. Il silenzio spegne, la coerenza paga.

Siamo ancora in fase di semina

Siamo nel punto in cui il donatore è già assediato. Siamo nel pieno del Black Friday, le caselle di posta sono sature, il rumore commerciale è assordante.

Il tuo obiettivo, adesso, non è competere. È farti trovare riconoscibile. Il donatore sostiene ciò che riconosce, non ciò che vede per primo.

La prossima settimana entreremo nel vivo del coordinamento multicanale: come far lavorare insieme tutto quanto — anche con un team piccolissimo e budget zero.

Dicembre si avvicina. La partita vera si gioca ora.

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