Prendo in mano i post di un anno fa di questi tempi e mi rendo conto che 12 mesi sono passati. Leggo e mi stropiccio gli occhi perché è vero: l’uomo ha la memoria corta ma per fortuna c’è la carta, sebbene virtuale come in questo caso. Proprio 12 mesi fa di questi tempi pubblicavo Il nonprofit dell’anno che verrà e indicavo i 7 aspetti sui quali ritenevo prioritario investire nel corso del 2013. Ricordi? Mai titolo è stato più azzeccato. Proprio come in una delle più classiche liriche del grande e compianto Lucio Dalla, anche nel mio modesto post forse mi ero posta ambizioni troppo grandi. Mi ero prefigurata uno scenario da favola, uno di quelli che sono solita ripercorrere nelle mie mire da sognatrice. Poi, nel corso di quest’anno, i concetti di Rete, Consapevolezza di ruolo e budget, Responsabilizzazione, Lobby, Audacia e Professionalizzazione, sono più volte stati protagonisti nei miei 67 post. Su più fronti e con diverse declinazioni, in pagine lette oltre 43mila volte. Tutti, indistintamente, hanno prodotto reazioni e interazioni di tutto interesse: 321 commenti hanno arricchito di punti di vista questo bel blog che mi regala emozioni sempre nuove. Qualcosa, questo, vorrà pur dire o mi sbaglio… (?). Ciononostante, restano auspici ancora lontani dell’essere realizzati.
Allora ci riprovo. Lo faccio mantenendo saldi questi obiettivi, ai quali tendere e che considero – nella loro totale realizzazione – punti di arrivo. Da professionista, ci provo pensando a pochi obiettivi chiari, misurabili, quantificabili, circoscrivibili e temporalmente collocabili. Tutti requisiti rispondenti – più semplicemente – a quelle caratteristiche che il fundraiser dovrebbe trovare familiari.
E così, per il 2014, mi aspetto, come prima cosa, che la figura del fundraiser faccia il primo grande passo per emergere e appropriarsi di quel ruolo da protagonista che ha nel Terzo settore. Per fare questo, deve fare parlare di sé. Deve uscire dall’anonimato. Deve sporcarsi le mani ed essere in grado di assumersi quelle responsabilità che, forse, fino a ora non è stata in grado di assumersi. Deve assumere un’identità chiara ma adattabile a un sistema che cambia. Deve parlare e confrontarsi. Deve darsi personalità. Deve osare e correre dei rischi. Attraverso questo nuovo comportamento, potrà permettersi una nuova forza e rafforzare, di conseguenza, un intero settore, acquisendo una nuova credibilità e un potere contrattuale che, ancora, non gli appartiene e da cui partire per risultati più ambiziosi.
In questo credo. Ci credo davvero e so di non essere la sola a pensarla così.
Questo è il primo grande auspicio per il 2014 e, ne sono certa, il primo passo per qualcosa di più grande. Io ci sono e farò la mia parte come posso e come sono capace. Che dici, ce la facciamo?
Chiudo con il sorriso un anno che mi ha dato tanto. Faticoso ma ricco di soddisfazioni ed entusiasmo. Chiudo con un grazie dovuto a tutti coloro che mi hanno voluta e votata fundraiser dell’anno e a chi mi ha candidata al global award for fundraising. Grazie a tutte le persone che mi hanno scritto privatamente e mi hanno fatto sentire un pochino speciale. Grazie a tutti i commenti che hanno animato il blog nel corso dei mesi. Grazie a Simona Biancu, Marco Binotto, Chiara Casablanca, Rosa Giuffrè, Michael J. Rosen e Rossella Sobrero che con i loro post hanno dato spessore ai contenuti di queste pagine. Grazie al mio team, alla mia fondazione e a tutti gli amici e colleghi che non nomino perché so essere capaci di riconoscersi. E grazie alla mia famiglia per cui speciale lo sono davvero e che mi rende la donna fortunata che sono.
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=Y8HfQ7C8NFQ]Buon anno a te, amico caro. Da sognatrice, ti dedico con il cuore le parole di Lucio Dalla perché tali, ancora a lungo, non restino.
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