Ho cominciato ad affrontare la questione del 5×1000 oltre due anni fa durante la formazione a uno dei miei clienti. L’ho fatto con delicatezza, comprendendo quanto l’argomento sia tra i più sensibili per il nostro mondo, ma con determinazione e portando evidenze argomentative alle ipotesi che cercavo di produrre. L’ho fatto a più riprese.
In questi giorni, Vita e i suoi collaboratori stanno intensificando l’azione di comunicazione verso questo tema. La questione è che si vuole fare pressione sul governo perché intervenga prontamente e abolisca il tetto, un tetto, quello di 525mio di euro, ampiamente superato e che mina la libera scelta di sostegno da parte del contribuente, facendola diventare, di fatto, una “concessione mutilata”, perché mancante di un pezzo. Succede così che il 5×1000 non è più tale, bensì diviene qualcosa di meno. Molto meno.
Il superamento del tetto è una buona notizia: significa che i nostri enti stanno facendo un buon lavoro di comunicazione e che l’istituto funziona. Sempre più persone conoscono questa opportunità e decidono di percorrerla. Aumentano quindi le preferenze, ma diminuiscono, per contro, i soldi disponibili.
Nel 2017 (leggi e approfondisci), il professor Giulio Tremonti plaudiva alla sua felice intuizione e auspicava l’introduzione dei un 10×1000, sottolineando il fatto di come “dare di più al volontariato non sarebbe un costo, bensì un investimento. Non una spesa, ma un risparmio”. Musica per le orecchie di chi, come me, ha ben chiaro questo concetto e lo ha fatto diventare una sfida educativa da superare a ogni costo.
Non sarò dunque ridondante, riportando l’ennesima analisi tra l’altro fatta da più e da più parti. Sui dati invito la lettura delle analisi qui, qui, qui e qui. Desidero ribadire solo due concetti molto semplici che ho avuto modo di esporre durante uno dei miei ultimi interventi video, perché, pur sostenendo fino all’ultimo la necessità dell’abolizione del tetto che risolverebbe tutti i problemi, non sono così ottimista:
- Aspettiamoci una crescita esponenziale del nr degli enti che avranno l’opportunità di ottenere il 5×1000 e decideranno di percorrere questa strada. Dagli 80k attuali, i potenziali il prossimo anno saranno 140k, ente più, ente meno.
- Ciò comporta la necessità di lavorare sulla comunicazione per cercare di ottenere quote progressive in un mercato chiuso e fortemente competitive, e in questo modo ridurre le perdite.
Ancora una volta l’attenzione alla comunicazione è preminente.
Il 5×1000 per molti enti è l’unica fonte di reddito, e nemmeno molta direi. È giunto il tempo di impegnarsi con costanza, perché il tempo del “vale già ciò che sono” e del “si è sempre fatto così” è passato da un pezzo. Gli enti non profit sono numericamente in crescita e in crescita quegli enti che sanno ben comunicare. Il mercato del dono è volatile perché volatile è il donatore. Facciamoci caso e prendiamoci cura del nostro orto. Come scrivevo un paio di anni or sono:
Non esistono terre incoltivabili. Solo deserti di paura.
Dunque, ancora una volta via il tetto e buon raccolto.