Millennials Using Social Media

Ancora mi sorprendo a incontrare persone che non sono su Facebook. Sì, perché pensano – in modo un po’ ottuso, a mio parere – che il mondo sia solo “fuori” e che la Rete sia una perdita di tempo, un po’ come quei negozi che sono online ma che rimangono rigorosamente aperti solo dalle 9 alle 17. Siamo connessi sempre, facciamocene una ragione. Impariamo dunque a sfruttare a nostro vantaggio le grandi opportunità che ne derivano. Rosy Battaglia, giornalista professionista, social media specialist, ideatrice di Cittadini Reattivi e ora docente della Fundraising Academy, ci spiega perché in questo post e ti aspetta il 28 e 29 febbraio in aula per un corso dedicato all’uso dei social network per un ente nonprofit che si preannuncia bellissimo.

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we are 2Più di 5 miliardi di persone sono connesse, in tutto il mondo, attraverso il web. In Italia almeno il 59% della popolazione è in rete e ben il 52% lo fa attraverso il proprio smartphone. I dati elaborati da We Are Social nel Digital Report 2019 non lasciano dubbi. Volenti o nolenti, siamo nell’epoca delle piattaforme sociali, dove siamo ormai immersi, in qualsiasi momento, della nostra attività.

we are 1In media, passiamo almeno 6 ore connessi in rete e almeno due ore della nostra vita sui Social Network. Se è Whatsapp la piattaforma di Instant Messaging più usata dagli italiani, che supera addirittura Facebook, Youtube è quella più utilizzata per la visione e l’ascolto. Mentre Instagram quella in maggior espansione.  Informazione, intrattenimento e conversazione sono i fulcri della nostra presenza digitale, che rispondono bene e velocemente al nostro bisogno di non essere soli, di comunicare e alle nostre esigenze professionali.

Stravolgendo, al contempo, non dimentichiamo, dell’ecosistema dell’informazione e della comunicazione sociale che mainstream. Con l’avvento dei social media, infatti, ognuno di noi può raccontare, fotografare, condividere informazioni. Siamo tutti citizen journalists, nel momento in cui narriamo, attraverso i social media, un fatto pubblico, ciò che ci sta accadendo in quel momento, un evento, un progetto sociale.

Non solo. Un compleanno può essere l’occasione per una raccolta fondi. Si possono lanciare petizioni, campagne di crowdfunding, creare gruppi, raccogliere intorno a noi amici, colleghi, sostenitori, persone appassionate della nostra causa umanitaria, musica o poesia. Fino a mobilitare migliaia di persone come il movimento delle sardine, nato appunto da una semplice pagina facebook, ci ha recentemente mostrato.

Ed è proprio così. Le reti digitali, se ben usate, ci possono permettere di intercettare coloro che condividono i nostri stessi valori. Ma per fare questo occorre usarle al meglio, con consapevolezza, anche per ottimizzare il nostro tempo in rete. Partendo da come scrivere correttamente e condividere i contenuti da noi creati, a partire dal nostro sito o blog. Post e articoli che, se ben impostati e indicizzati, restano facilmente ritrovabili dagli utenti, attraverso i motori di ricerca. Così come è indispensabile, nell’eccesso di informazioni mainstream e al tempo delle “fake news”, selezionare, a nostra volta, le informazioni provenienti da fonti attendibili, utili alla nostra comunità di riferimento.

È possibile, quindi, usare i Social Network in modo metodico, mirato, non dispersivo. Ma al tempo stesso coinvolgente, empatico, trasparente. E stimolare così la partecipazione civica e attiva, con contributi e opinioni costruttivi.

Non bisogna dimenticare, però, il rovescio della medaglia. Nulla è gratis nel web, e il prezzo di questa libertà sono i nostri dati personali.  Tanto che lo stesso creatore del World Wide Web, Tim Berners Lee, recentemente ha lanciato una roadmap per costruire un web migliore, ribadendo che diritti umani e democrazia sono elementi fondamentali e non procrastinabili. Così come dagli stessi informatici, accademici ed esperti di intelligenza artificiale è nato il Manifesto per l’Umanesimo digitale.

Si discute molto, nelle cronache televisive e giornalistiche, del cosiddetto “web dell’odio”, dei “leoni da tastiera”. Il governo italiano ha appena istituito una commissione di esperti per affrontare il problema. Ma, alla fine, si riflette ancora troppo poco sull’uso sociale, “buono” dei Social Network. Su quanto hanno migliorato, almeno per certi versi, la nostra vita. E su come possono essere strumento indispensabile per sviluppare appieno la nostra cittadinanza digitale.

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Il 7 febbraio 2020 parte la stagione formativa 2020 alla Fundraising Academy, l’Accademia milanese sul fundraising integrato per l’alta formazione dei professionisti della raccolta fondi.

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