iStock_000000225346XSmallQuanti modi conosci per ringraziare il tuo donatore?

Secondo gli studi della Penelope Burk, il 65% delle persone che effettua la prima donazione verosimilmente non donerà una seconda volta. E, in linea generale, questa tendenza è riconosciuta come reale anche nel contesto nostrano. Si parla, come è noto, di caduta del donatore, una variabile percentuale che il fundraiser dà per fisiologica. Non si parla quindi di insuccesso. La si mette in conto. Punto e stop. La forbice più o meno ampia dipende, in buona parte, dall’abilità di gestione della relazione messa in atto dal fundraiser una volta completato il ciclo di raccolta ipotizzato.

Imparare a ringraziare in modo attento e personalizzato è un modo efficace per garantirsi, quanto meno, l’interesse al rinnovo della donazione. Forse è l’aspetto un po’ più segretariale e meno creativo del nostro lavoro ma va comunque gestito con cura in considerazione dell’impatto e del ruolo che ricopre nella sostenibilità di lungo periodo.

Esiste un modo per far sì che la percentuale di caduta si riduca con il tempo? Secondo la mia esperienza sì. E la risposta è nell’individuare un modo tutto nostro di rapportarci al donatore. Che sia unico e che ci differenzi, per quanto possibile, anche nell’ordinarietà del welcome pack.

Un atteggiamento vincente può essere quello di trasformare un’attività routinaria in qualcosa di più piacevole.

Ecco qualche idea e qualche piccolo accorgimento per rendere più efficace e istruttivo un lavoro che può fare davvero la differenza.

  • PERSONALIZZA. Comincia a costruire il rapporto con il tuo donatore. Lo stile della comunicazione deve essere personalizzato e caldo. Immagina un futuro possibile e un rapporto che andrà consolidandosi con il tempo.
  • GRAFIA. In alcuni casi può valere la pena scrivere una lettera a mano. E questo vale anche per la busta.
  • ADEGUATEZZA DEL CANALE. Valuta qual è lo strumento che il tuo donatore utilizza per versare il contributo e agisci di conseguenza.
  • INTERPRETAZIONE. Leggi con attenzione gli estremi del documento della donazione e impara a interpretare le sfumature nelle informazioni contenute.
  • VALORIZZAZIONE. Rendi protagonista il donatore aggiornandolo sullo stato dell’arte del progetto per cui ha donato e del valore che il suo contributo porta con sé.
  • RICERCA DELLA CONTINUITA’. Arricchisci il welcome pack di opportunità: una newsletter, un pieghevole, una scheda progetto, un gadget, una cartolina, una foto, un link, una e-cards personalizzata. In Rete esistono iniziative (app) molto carine che possono essere utili allo scopo: Postagram o Touchnote ne sono un esempio.
  • RINNOVA LA RICHIESTA. Mai dimenticare di rinnovare la richiesta del dono. Può sembrare eccessivo ma il momento del “grazie” è il momento ideale per farlo. Magari in un PS.
  • LO STRUMENTO DEL DONO. Allega sempre un nuovo ccp al mailing o, se on line, comunica i diversi modi in cui poter procedere contestualmente al rinnovo del donazione.
  • FEED-BACK NEI TEMPI. Ringrazia entro 90 giorni dalla prima donazione. Un periodo oltre il quale la possibilità di rinnovo diventa sempre più improbabile.

Il rinnovo del dono è un momento molto delicato. Se si concretizza significa che, con molta probabilità, ha avuto inizio il processo di affezione alla causa e all’organizzazione che porta il donatore a scalare quella più nota con il nome di “piramide del donatore”.

A te la prossima mossa.

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